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Quando cadono i capelli: perchè

Quando cadono i capelli l’uomo va in crisi, da sempre. Per Sansone erano il simbolo della forza. Per molti uomini rimangono solo un pallido e doloroso ricordo. I capelli purtroppo non sono eterni, almeno non per tutti e specialmente non per gli uomini. La calvizie che tradizionalmente era associata ai nonni e in generale alle persone di una certa età, ora colpisce anche i giovani, in misura sempre più cospicua: non è infrequente che la caduta dei capelli interessi ragazzi che hanno appena spento venti candeline o, sempre più, i trentenni che da un lato sono ancora ragazzini e dall’altro si vestono di un aspetto tipicamente da ‘non giovani’, per usare un eufemismo.

La calvizie è ormai trasversale ad ogni fascia di età, non rispetta le suddivisioni anagrafiche: quando cadono i capelli tutto inizia di solito con una leggera stempiatura, poi i lati della testa vengono attaccati, e infine arriva, inesorabile, la caduta quasi totale, quella che lascia scoperto il cranio e risparmia solo la parte inferiore della testa, fino al collo.

Quando cadono i capelli

In altri casi, il processo è netto e rapido: una volata e la chioma non c’è più. La forma più diffusa è l’alopecia androgenetica e comporta il diradamento dei capelli nella parte fronte-occipitale. La colpa è del fusto del capello, che inizia a crescere più corto e sottile, per via di un enzima, la 5-alfa-riduttasi, che trasforma il testosterone in Desossiidrotestosterone (scopri cos’è seguendo questo link).

La calvizie comune interessa anche le donne, nella zona superiore della testa, in particolar modo dopo la menopausa, ma il maggiore coinvolgimento riguarda gli uomini, colpiti nell’area fronto-temporale o sulla chierica.

Quando cadono i capelli esistono diversi esami per diagnosticare la patologia in tempo e predisporre di conseguenza un piano di attacco per contrastarla, ma è fondamentale individuarla tempestivamente, per cui ai primi segnali di caduta copiosa di capelli è opportuno consultare un medico; in seguito, attraverso il tricogramma e lo stress test, che valuta la percentuale di caduta conseguente al tiraggio, sarà possibile accertare la natura del problema.

La vita dei capelli

Al momento della nascita, i follicoli presenti nel cuoio capelluto di un adulto sono 1135. A sessanta anni ne rimangono solo 415. In un soggetto giovane, nel vigore dei trent’anni, i capelli sono tra i novanta e i centocinquantamila, in uno anziano scendono anche a sessantamila. E’ evidente come il vigore dei capelli e lo sviluppo della capigliatura siano legate a doppio filo al parametro dell’età, ma esiste comunque un percorso di vita del capello suddiviso in tre fasi: ànagen, càtagen, tèlogen.

  • ànagen
    Nella fase iniziale di crescita (ànagen), il capello impiega da due a quattro anni per uscire dal follicolo e comparire sulla testa del maschietto, da tre a sette anni per la femminuccia, ma da questo momento le donne si rifanno perché il capello ‘maschile’ cresce di un centimetro al mese, mentre quello femminile di uno e mezzo. In questa fase il capello aderisce bene alla guaina epiteliale interna al follicolo ed è improbabile che cada, a meno che non venga tirato, e al tiraggio si associa una sensazione di forte dolore.
  • càtagen
    Segue la fase càtagen, in cui la guaina scompare e il bulbo è collegato alla papilla solo attraverso una colonna cellulare e alla guaina epiteliale esterna.
  • tèlogen
    Si arriva quindi alla fase tèlogen, contraddistinta dalla presenza nel follicolo di un capello praticamente morto, che però non cade subito, perché ancora debolmente ancorato alla guaina. In questo caso, tirarlo non comporta alcun trauma. La parte viva del capello in realtà esiste ancora, sprofondata in profondità, nel bulbo, dove attende di dar vita ad un nuovo ànagen e ad un nuovo capello.

Cure quando cadono i capelli

trapianto di capelli

Quando cadono i capelli, per arginare la calvizie è importante frenare la produzione della 5-alfa riduttasi, che comporta la formazione della quantità eccessiva di Diidrotestosterone che è il nemico numero uno della buona salute del capello.

A tal fine esiste una serie di inibitori, di tipo steroideo e non steroideo. E’ possibile anche allungare la fase ànagen, quella in cui il capello cresce e si irrobustisce: attraverso sostanze stimolatrici della crescita, come l’alfa-estradiolo ad esempio, il periodo di rafforzamento del capello si intensifica e la fase di sviluppo dura più a lungo, rimandando il problema anche alla luce di una maggiore robustezza della chioma.

Altro rimedio cui ricorrere quando cadono i capelli è quello di contrastare i fattori infiammatori che agevolano la calvizie, combattendo soprattutto contro un accanito radicale libero, il superossido: qui scendono in campo i cosiddetti gli ‘agenti spazzini’ (scavenger SOD), come gli antimicotici, l’idrocortisone, l’aloe vera. O ancora, si può agire sulla fase càtagen, andando a rinforzare il follicolo per evitare o rallentare l’irrigidimento della guaina connettivale, e a sostenere il processo di crescita del bulbo pilifero.

In ogni caso, la cura da effettuare quando cadono i capelli ha la durata media di un anno e già dal terzo mese inizia a mostrare la sua efficacia se i capelli prendono a cadere con maggiore intensità: ebbene si, la validità è paradossalmente correlata ad una momentanea intensificazione del fenomeno da scongiurare, poiché la caduta indica che il trattamento agisce sul capello rilassato nella fase tèlogen, per spingerlo con rapidità alla caduta. In questo modo un nuovo capello potrà prender vita al suo posto nel bulfo pilifero ormai libero e il nuovo sarà più forte e resistente.

Le sostanze utilizzate quando quando cadono i capelli

  • Acido azelaico
    E’ una molecola cui ricorrere quando cadono i capelli e che riesce ad ostacolare, più o meno a lungo termine, la trasformazione in DHT del testosterone. Viene impiegato puro o mescolato ad altre sostanze.
  • Finasteride
    Questa molecola agisce sulla 5-alfa-riduttasi, riducendone l’attività. Efficace per il trattamento della calvizie maschile, è controindicata per le donne in età fertile perché comporta il rischio di malformazioni fetali.
  • Minoxidil
    E’ la molecola in assoluto più efficace contro l’alopecia androgenetica e quella alla quale si ricorre più spesso quando cadono i capelli. Si applica sotto forma di lozione, spesso associata ad altri principi attivi ed è particolarmente incisiva sulla parte alta della testa, mentre nell’area fronto-temporale sembra avere effetti minori. Al termine dei cicli di applicazioni, non solo la caduta dei capelli risulta rallentata, ma in alcuni casi è addirittura stimolata la ricrescita. Viene spesso utilizzato insieme alla tretinoina, utile in generale per il trattamento dei problemi cutanei.
  • Progesterone
    Uno dei primi ormoni ad essere riconosciuto come efficace per il trattamento della calvizie, si usa a livello topico per contrastare la caduta dei capelli, e anche contro il problema di seborrea eccessiva.
  • Spironolatte
    Utile per gli effetti antiandrogeni, negli uomini viene applicato solo a livello locale, non anche orale come per le donne, poiché comporta conseguenze di femminilizzazione.
  • Formule anticaduta
    Un trattamento naturale proposto dall’ecommerce di Anastore, sito di ottima affidabilità, con un prodotto del tutto naturale.

Consigli utili contro la caduta dei capelli

Il trattamento con i farmaci quando cadono i capelli deve essere preso in considerazione in presenza di una alopecia persistente, comparsa da almeno un decennio, nel corso del quale dai bulbi peliferi non è più uscito un solo capello. In questo caso, per stimolare i follicoli, può essere utile una cura farmacologica che comunque, è bene tenerlo a mente, produrrà i suoi effetti a lungo termine e solo se praticata con costanza.

Ma se dallo studio del propria situazione emerge l’impossibilità di ottenere risultati soddisfacenti mediante la terapia farmacologica e si decide di non optare per una soluzione protesica, rimane l’opzione del trapianto, o meglio, dell’autotrapianto.

Fondamentale per la buona salute dei capelli, al di là della predisposizione genetica alla caduta e dei vari fattori scatenanti, è una corretta igiene del cuoio capelluto. Lo shampoo svolge una funzione fondamentale perché oltre a rimuovere lo sporco e i residui dannosi dal punto vista sia funzionale che estetico, ripristina la condizione ottimale del capello, grazie alle sostanze tensioattive presenti nello shampoo che detergono e al contempo, liberandolo dalle impurità, rinforzano i capelli.

Quando cadono i capelli è bene prestare attenzione al tipo di shampoo che si utilizza, nella misura in cui la sua composizione chimica influisce in maniera rilevante sulla salute del capello. Un buono shampoo deve formare una discreta quantità di schiuma, sgrassare senza aggredire il cuoio capelluto, essere sciacquabile rapidamente, lasciare la capigliatura leggera e possibilmente non elettrizzata, consentire la pettinabilità della chioma a capelli sia bagnati sia asciutti.

Al fine di salvaguardare la struttura propria di ogni tipo di capello – perché comunque i capelli non sono tutti uguali – esistono in commercio tipologie di prodotti pensati per esigenze specifiche, e quindi si può scegliere tra shampoo per capelli normali, grassi o secchi, shampoo antiforfora, trattanti, shampoo per lavaggi frequenti, per capelli colorati, per capelli fragili.

Naturalmente gli shampoo nascono come prodotti cosmetici, per cui la loro azione si esplica a livello curativo solo in minima parte, lasciando il campo a prodotti più mirate, come balsami, lozioni e maschere, a cui consegnano il capello perfettamente deterso e profumato.; di conseguenza, in caso di problemi importanti come la caduta, non è sufficiente affidarsi all’ausilio di uno shampoo e neanche di una lozione prettamente cosmetica.

L’autotrapianto di capelli

Quando cadono i capelli e non si riesce a intervenire in altro modo di può passare al trapianto. Si tratta di un intervento di chirurgia estetica volto a ridurre la calvizie mediante il ripopolamento del cuoio capelluto attraverso l’autotrapianto di altri capelli che appartengono allo stesso soggetto, ma sono collocati dietro la nuca.

I primi trapianti sono datati 1950, ma all’epoca presentavano l’effetto collaterale della ricrescita in ciuffi, mentre ora grazie al micro autotrapianto follicolare vengono impiantati singolarmente e se si considera che ogni follicolo pilifero contiene un minimo di uno e un massimo di quattro bulbi, risulta evidente che il risultato finale è una capigliatura dall’effetto naturale.

L’operazione non è dolorosa, viene praticata in anestesia locale e consiste nel prelevare dalla nuca una fascia di cuoio capelluto della lunghezza di almeno ventiquattro centimetri: la nuca è immune agli attacchi della calvizie, perché non subisce l’incidenza degli ormoni maschili e i bulbi conservano queste caratteristiche anche se trasferiti in un’altra parte della testa. Sulla fronte crescono quindi forti e sani, nonostante prendano il posto di ‘fratelli’ caduti.

Ogni striscia contiene circa tremila bulbi, e il limite massimo di prelievo è fissato in diecimila bulbi. Gli innesti avvengono in piccoli gruppi nella zona centrale, mentre sulla linea frontale, che rappresenta per posizione la più delicata, si pratica il trapianto per singolo bulbo, a una distanza massima l’uno dall’altro di due millimetri. L’intervento ha una durata variabile tra fra le tre e le cinque ore e non prevede postumi, già dal giorno successivo è possibile lavare i capelli e dopo poche settimane si assisterà alla crescita dei bulbi trapiantati.

Salute

Disturbi alimentari

RedazioneRedazione18 Novembre 2024

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