Cos’è la pranoterapia e le sue basi teoriche
La pranoterapia è una forma di imposizione delle mani e di trasmissione di energia che ha origini antichissime; non mancano infatti, nella storia, le testimonianze scritte che riportano l’opera di guaritori che, attraverso le proprie mani, erano in grado di curare le persone grazie a poteri ritenuti sovrannaturali.
Il termine pranoterapia deriva dalla parola pr?na, che in sanscrito significa “energia vitale”. Nella filosofia Veda, il pr?na è l’espressione della forza vitale e dell’energia che sostiene la vita, sostanzialmente paragonabile all’espressione del Qi tipica del taoismo. Questa energia vitale è uno dei concetti centrali dello Yoga e dell’Ayurveda, e si ritiene che in ogni persona il pr?na scorra all’interno di un sistema di sottili canali detti n?di. Il termine n?di significa, letteralmente, “fiume”, “condotto”, e rappresenta l’analogo dei meridiani energetici descritti nella medicina tradizionale cinese. I nadi si connettono fra loro in particolari punti ad alta energia, detti chakra. Quando in una persona si verifica uno squilibrio energetico, dovuto ad esempio al blocco del flusso di energia o alla sua stagnazione, si manifestano segni di disagio e malessere fisico che possono sfociare in vere e proprie malattie.
La pratica della pranoterapia si basa sulla capacità di alcune persone di percepire il “campo energetico” generato dal paziente, altresì noto come “aura”, e di ristabilirne l’equilibrio in caso di malattia. Queste persone “speciali”, definite spesso come pranoterapeuti, sono dotati di una energia vitale superiore rispetto a quella delle persone comuni, e si ritiene siano in grado di portare giovamento e curare il paziente cedendogli parte della propria energia. I terapeuti non utilizzano alcuno strumento o farmaco, ma agiscono solo con l’imposizione delle proprie mani sul corpo del paziente.
I pranoterapeuti sostengono di riuscire a manipolare il campo energetico vitale del paziente attraverso movimenti che, visti da fuori, assomigliano ad una sorta di “massaggio” dell’aria che viene praticato a pochi centimetri dalla superficie del corpo dell’assistito. Grazie a queste manipolazioni è possibile ripristinare il campo energetico, riallineandolo, ristabilendone l’equilibrio, rimuovendo i blocchi che impedivano il corretto fluire dell’energia e trasferendo direttamente le proprie energie al paziente. Con questa azione specifica indirizzata verso il campo energetico il pranoterapeuta non “guarisce” il paziente, ma piuttosto promuove i suoi meccanismi naturali di autoguarigione.
Nonostante la scienza non abbia mai trovato le prove definitive dell’esistenza di un campo energetico umano (vedi paragrafo successivo), i pranoterapeuti ritengono di poterlo percepire in base ai principi della meccanica quantistica. Secondo la teoria dei quanti, infatti, tutta la realtà è costituita da energia, e oltre il 99% dell’universo è semplicemente spazio.
Le applicazioni della pranoterapia
Dal momento che la pranoterapia agisce sulla naturale capacità di autoguarigione del corpo, la pratica viene consigliata in tutti i casi di infiammazione o irritazione dell’organismo (sia acuta che cronica) come, ad esempio:
- mal di testa, emicranie
- ernie, mal di schiena, cervicalgie, lombosciatalgie
- traumi fisici di varia natura (es. distorsioni, stiramenti e strappi muscolari, tendiniti…)
- dolori articolari (artriti, artrosi) e reumatici, nevriti
- disturbi dell’apparato gastrointestinale (es. gastrite, acidità di stomaco, sindrome dell’intestino irritabile…)
- alterazioni delle ghiandole endocrine, dismetabolismi
- ansia, stress psicofisico, esaurimento nervoso
- depressione, insonnia, disturbi del sonno
Solitamente nell’ambito della pranoterapia vengono indicati anche particolari regimi dietetici che il paziente deve seguire allo scopo di accelerare la risposta dell’organismo e l’autoguarigione. Queste indicazioni comportamentali sono basate sul principio che gli alimenti apportano energia al corpo, e la loro quantità e qualità ha significative influenze sul ripristino del corretto equilibrio energetico.
Il parere della scienza sulla pranoterapia
Nonostante la pranoterapia sia praticata da millenni, al momento non esiste alcuna prova scientifica della sua validità terapeutica. Sono stati numerosi gli studi a riguardo, susseguitisi negli anni, che però hanno sempre portato alla conclusione che l’efficacia della pranoterapia non risulta essere superiore a quella dovuta all’effetto placebo.
Non è stato nemmeno possibile dimostrare l’esistenza del fluido energetico e dell’aura, nonostante le moderne scienze della medicina e della fisica siano ormai dotate di tecnologie e strumentazioni sofisticatissime. Gli studiosi affermano che, quindi, non solo non è possibile dimostrare gli effetti delle pranoterapia, ma non se ne può nemmeno giustificare il fondamento teorico. Questo è un aspetto molto discusso, dal momento che sono moltissime le persone che praticano e si affidano alla pranoterapia; in alcuni ospedali pubblici questa terapia è persino inclusa nelle pratiche erogate dal servizio sanitario.
I sostenitori dell’esistenza dell’aura difendono le proprie convinzioni sulla base dei risultati di una speciale macchina fotografica, la cosiddetta “camera Kirlian”, dalla quale sono stati ottenuti scatti che mostrano una sorta di aureola luminosa intorno al soggetto immortalato. Si tratta però di un fenomeno fisico perfettamente spiegabile e noto alla scienza come “effetto corona”: questa aura luminosa può comparire non solo attorno alle persone, ma anche ad oggetti inanimati.
I praticanti ed i sostenitori della pranoterapia ammettono senza discussioni il fatto che nessuna tecnologia sia stata sinora in grado di dimostrare la presenza del campo energetico umano ma ciò, affermano, è dovuto alle inadeguatezze delle strumentazioni disponibili.
Lo studio di Emily Rosa
Un caso di studio molto famoso fu condotto nel 1996 da Emily Rosa, una bambina statunitense che all’epoca aveva solo nove anni e che tuttora è la persona più giovane ad aver pubblicato un articolo su una rivista medica scientifica internazionale (Journal of the American Medical Association, JAWA). I risultati di questa ricerca vennero pubblicati nel 1998, e riguardarono lo studio del cosiddetto “tocco terapeutico”.
La ricerca venne svolta seguendo uno schema molto semplice: 21 pranoterapeuti dovevano dimostrare la loro capacità di “sentire” l’aura di Emily Rosa. I terapeuti vennero invitati a stendere le proprie mani al di là di uno schermo forato che li separava dalla bambina. Emily lanciava una moneta per scegliere accanto a quale delle due mani porre la sua, ovviamente senza toccarla. I pranoterapeuti avevano inizialmente dichiarato di essere perfettamente in grado, nel caso di un test, di percepire l’aura energetica della bambina e quindi di saper dire se la sua mano si trovasse vicino alla loro mano destra o alla sinistra. I risultati furono clamorosi: anche ripetendo diverse volte il test, i terapeuti riuscirono a localizzare la posizione della mano con percentuali di successo che statisticamente non differivano dal caso (circa il 44%). In parole povere, chiunque avrebbe potuto trovarsi al di là dello schermo e “indovinare” la presenza dell’aura energetica di Emily con la stessa efficacia dei (sedicenti) pranoterapeuti.
Pranoterapia: cosa cura?
Assenza di prove convincenti e basi teoriche scientificamente non comprovate: nonostante queste pesanti premesse, la pranoterapia raccoglie il favore di moltissime persone e sono molti i professionisti (anche medici) che sono affascinati da questo tipo di trattamento.
Mentre molte persone sono disposte a giurare di averne tratto beneficio, nessuna ha mai segnalato effetti collaterali o altri problemi. In realtà, l’assenza di feedback negativi è dovuto proprio alle caratteristiche proprie della pranoterapia: il paziente non viene toccato, né tantomeno il suo corpo viene “invaso” da procedure chirurgiche, strumenti o sostanze ad azione farmacologica.
In questo contesto, il paziente è spesso spinto da una potente onda emotiva e riferisce di provare sensazioni molto positive al termine delle sedute, come ad esempio il sentirsi rinvigorito e pieno di energie. Solitamente a queste sensazioni è anche associato un notevole miglioramento dell’umore. In tutto ciò gioca un ruolo molto importante l’autosuggestione, cui va aggiunto il ben noto effetto placebo: basta spesso convincersi che ci si stia sottoponendo ad una terapia dagli effetti positivi per avvertire sensazioni di crescente benessere fisico e psicologico.
È importante però non confondere il buonumore con la guarigione. In campo medico sono moltissimi gli studi che hanno dimostrato come nei pazienti incurabili, sottoposti a terapie di supporto per il miglioramento della qualità della vita, si registrassero significativi miglioramenti dell’umore, una predisposizione benevola nei confronti degli eventi e una riduzione del dolore percepito. Gli stessi studi però hanno evidenziato come la longevità dei pazienti non fosse in nessun caso aumentata. “Sentirsi bene”, in sostanza, può senza alcun dubbio migliorare la qualità della vita, ma non “guarisce”.
La pranoterapia viene descritta come una pratica che non presenta alcuna controindicazione: e questo, per gli scettici, è più che sufficiente per trarre deduzioni in merito alla sua efficacia.
La situazione della pranoterapia in Italia
Attualmente in Italia la regione Toscana è l’unica ad aver regolamentato la disciplina di questa attività. Per evitare che il termine “pranoterapia” potesse far intendere una azione terapeutica, cosa che in realtà non è prevista, il trattamento è stato indicato con il nome di “prano-pratica”. Ecco con quali competenze operano i professionisti di prano-pratica riconosciuti dal Consiglio regionale della Toscana:
“Con una approfondita conoscenza delle funzionalità bio-elettromagnetiche dell’organismo, delle leggi dell’omeostasi bioenergetica e dell’interazione di campo tra esseri umani come viene inteso dalle grandi filosofie orientali, opera attraverso l’apposizione delle mani sia a piccola distanza che a contatto superficiale su specifiche zone del corpo con tecniche codificate, per stimolare i processi vitali della persona al fine di mantenere e rafforzare lo stato di benessere; inoltre educa a comportamenti che contribuiscono al benessere della persona attraverso il suo riequilibrio bioenergetico.”
Come si può notare da un attento esame della definizione, l’operatore di prano-pratica non “cura” l’assistito, bensì interviene allo scopo di supportare e ripristinare lo stato di benessere originario. Con queste caratteristiche, la prano-pratica è inclusa nell’ambito delle medicine complementari riconosciute dalla regione Toscana.
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Siti internet e link
ANPSI – Associazione Nazionale Pranoterapeuti Sensitivi Italiani
http://www.anpsi.it/
Sito dell’ANPSI, Associazione fondata nel 1984 che riunisce i praticanti e si occupa dell’abilitazione all’esercizio della professione di biopranoterapeuta. Sul sito è possibile consultare informazioni riguardanti la pratica della pranoterapia e informarsi sulle iniziative dell’ANPSI e sui corsi di formazione di tutti i livelli. Presso la sede dell’Associazione, situata a Milano, è possibile anche effettuare prove strumentali per evidenziare se si possiedono facoltà di pranoterapeuta.
CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100407
Parere del CICAP, che si occupa della promozione di indagini scientifiche e critiche nei confronti del paranormale, sulla pranoterapia.
Oggi si chiama negatività. La pranoterapia tra folklore e medicine non convenzionali
http://rmcisadu.let.uniroma1.it/glotto/archivio/materiali_didattici/dei/Oggi%20si%20chiama%20negativit%E0.pdf
Documento in formato .pdf, scaricabile gratuitamente, scritto dal dott. Fabio Dei e pubblicato sul sito del Dipartimento di Studi Glottoantropologici e Discipline Musicali dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Video sulla pranoterapia
http://www.youtube.com/watch?v=npsG5u6ML1Q
Il mistero della pranoterapia
Pranoterapia: il potere della mente sul fuoco
Letture consigliate
Titolo: La pranoterapia. Fra scienza e fenomenologia paranormale
Collana: I grandi manuali di Briciole di salute
Autore: G. Luca Mazza
Editore: Aiep
Anno: 2002
Lunghezza: 64 pagine
Titolo: Paranormale e pranoterapia. La saggezza del mistero
Collana: Esoterismo, medianità, parapsicologia
Autore: Liliano Frattini
Editore: Edizioni Mediterranee
Anno: 2001
Lunghezza: 128 pagine
Titolo: Biopranoterapia. Teoria, pratica e metodologia terapeutica
Collana: L’altra medicina
Autore: Gabriele Laguzzi
Editore: Edizioni Mediterranee
Anno: 2004
Lunghezza: 269 pagine
Titolo: Pranoterapia. Curare con l’imposizione delle mani (2^ edizione)
Collana: L’altra medicina
Autore: Mario Papadia
Editore: Edizioni Mediterranee
Anno: 2002
Lunghezza: 200 pagine
La Pranoterapia, non ci saranno prove scientifiche, io però posso testimoniare che mi ha tolto un fastidiosissimo dolore alla spalla ormai da 2 anni, ed ora prima di sottopormi ad intervento chirurgico per un idrogeno, ho voluto provare pranzo dal Pranoterapeuta e devo dire che dopo tre sedute mi è quasi rientrato nella normalità, cosa che fino a pochi giorni fa non potevo neanche camminare perché lo struscia enti alla cosciai provocava un fastidioso dolore, oggi non ricordavo neanche di avere l’idrocele, chi afferma che è un effetto placebo è in malafede, perché se non senti più un dolore è guarigione stop.