Allergia alle arachidi
Dopo l’impollinazione, il frutto, contenente da uno a quattro semi, completa nel terreno la sua maturazione. I semi, ricchi di amido, zuccheri, proteine e lipidi, sono utilizzati così come sono, solo leggermente abbrustoliti, oppure vengono sottoposti a spremitura per ricavarne olio. La grande versatilità della pasta di arachidi fa sì che essa venga ampiamente utilizzata in vari prodotti dell’industria alimentare. Due diverse proteine di deposito dei semi sono state identificate come allergeni in grado di scatenare, pure a piccole dosi, reazioni anafilattiche anche gravissime.
La risposta allergica si manifesta, però, più frequentemente con sintomi meno gravi, quali orticaria, asma, disturbi gastrointestinali. Negli Stati Uniti le arachidi sono la più frequente causa di allergia alimentare e la prima di morte per reazioni allergiche ad alimenti. Anche in Italia il numero di soggetti sensibili alle arachidi è in aumento, soprattutto in età pediatrica, per la loro maggior diffusione in alimenti per la prima infanzia. Attualmente alcuni ricercatori sono impegnati nella individuazione di tecniche che permettano la produzione di arachidi geneticamente modificate, cioè private della loro componente allergenica.
Trattamento dietetico contro l’allergia alle arachidi
Le manifestazione di sintomi, anche lievi, richiede un’esclusione molto attenta delle arachidi intere e degli alimenti ottenuti dalla loro trasformazione, come olio e burro di arachidi; devono essere esclusi inoltre cibi che abbiano ridiiesto l’uso di derivati delle arachidi nel corso della preparazione culinaria, come avviene per piatti della cucina cinese, alcuni dolci e salse. L’olio di arachide spremuto a freddo può mantenere traccia di allergeni e provocare reazione allergica, mente gli oli di arachidi raffinati, nei quali gli allergeni vengono rimossi durante le fasi della lavorazione, sono di solito più sicuri. Poiché questo tipo d’allergia è molto persistente, è necessario mantenere per tutta la vita l’astensione dalle arachidi. I componenti di maggior rilievo delle arachidi sono rappresentati da lipidi (50%), fosforo, magnesio e dalla niacina, precursore della vitamina PP.
Poiché questi nutrienti sono largamente rappresentati in altri alimenti, l’astensione dalle arachidi e derivati non comporta squilibri nutrizionali. Si sono però verificati casi di reattività crociata con altri vegetali appartenenti all’ordine delle Leguminase, quali: fagioli, piselli, fagiolini, ceti, fave, soia, carruba, gomma di guar, gomma arabica, tamarindo, liquirizia. Reattività crociata è stata registrata anche con mandorle, noci, noci pecan, nocciole, pistacchi, semi di zucca e di girasole.