Cos’è e come funziona
La dieta South Beach venne ideata dal cardiologo statunitense Arthur Agatston, professore associato di Medicina presso la University of Miami Miller School of Medicine. Lo scopo di questa dieta è di aiutare le persone a ritrovare e migliorare la propria salute e, allo stesso tempo, perdere peso in modo naturale. Secondo le intenzioni del suo teorizzatore questa dieta è flessibile, pratica ed efficace e si può facilmente adattare alle esigenze individuali di ogni persona.
La South Beach è stata anche definita come una dieta “per gli amanti del cibo”, dal momento che promette salute e benessere includendo anche alimenti non esattamente “da dieta”, come ad esempio i dolci.
Per come è strutturata, la dieta South Beach non è semplicemente un regime alimentare, bensì uno stile di vita salutare da adottare in modo permanente. Questa dieta infatti non pone – al contrario della maggior parte delle altre diete – particolare enfasi sul conteggio delle calorie, sulle quantità di carboidrati e di grassi oppure sulla necessità di pesare le porzioni. La dieta South Beach è infatti basata su un insieme di alimenti da assumere in quantità ragionevoli, ma non eccessive.
Non si tratta dunque di una dieta rigida e rigorosa, ma di un regime alimentare vario e soprattutto appagante per il palato che quindi è facile seguire ed adottare in modo permanente. Il fallimento della maggior parte delle diete è, infatti, determinato dalla sensazione di costante fame, deprivazione e mortificazione alimentare che spesso affligge chi vi si sottopone. Nella dieta South Beach tutto questo non accade: tanto per fare un esempio, ogni giorno si possono consumare dolci, snack e dessert, seppur con le dovute limitazioni. Questo aspetto contribuisce senza dubbio al grande successo di questo regime alimentare “alternativo”, che non assomiglia per nulla ad una dieta tradizionale.
Nel corso della sua lunga carriera il dottor Agatston ha scritto numerosi libri riguardanti la dieta South Beach, divenuti bestseller in tutto il mondo, e ha inoltre pubblicato a suo nome diversi articoli scientifici su riviste internazionali.
Principi della dieta South Beach
La dieta South Beach è basata sul consumo di cibi rappresentati da:
- Fonti di fibre (frutta, verdura e cereali integrali);
- Legumi;
- Fonti proteiche (carne, pesce, frutti di mare, uova, soia…);
- Latte e prodotti caseari a ridotto contenuto di grassi;
- Fonti di grassi insaturi (pesce ricco in Omega-3, oli di origine vegetale, noci e frutta secca).
Oltre ad una alimentazione equilibrata, la dieta South Beach promuove anche l’adozione di uno stile di vita attivo nel quale l’esercizio fisico deve diventare una abitudine quotidiana. Grazie al movimento e allo sport è possibile perdere peso in modo ancor più rapido, bruciare calorie e accelerare il metabolismo corporeo.
Con la dieta South Beach è possibile riportare alla normalità i livelli di glicemia sanguigna, evitare i picchi insulinici e ridurre lo stimolo a nutrirsi di dolci e carboidrati semplici. Questi importanti effetti positivi si raggiungono attraverso il consumo dei “giusti” macronutrienti: carboidrati, proteine e grassi. Su internet è possibile trovare numerose ricette preparate con ingredienti che soddisfano appieno i requisiti della dieta South Beach e che permettono di alimentarsi in modo gratificante e non ripetitivo.
Le tre fasi della dieta South Beach
La South Beach è una dieta articolata in tre fasi sequenziali, ciascuna con diverse finalità e specifici cibi “permessi”. Ecco nel dettaglio cosa prevedono queste fasi:
Fase 1
La fase iniziale della dieta South Beach è, fra le tre, quella più breve; dura infatti solo due settimane. Lo scopo di questa fase è attivare la perdita di peso, eliminare lo stimolo della fame e stabilizzare la quantità di zuccheri presenti nel sangue. Questo ultimo aspetto è particolarmente rilevante per le persone prediabetiche o diabetiche, oltre che naturalmente per chi è sovrappeso.
Nelle due settimane della fase 1 viene indicata un’alimentazione basata su cibi nutrienti e proteici come, ad esempio, pesce, frutti di mare, pollame (privo della pelle) e tagli magri di carne di manzo e vitello. Per i vegetariani, queste fonti proteiche possono essere efficacemente sostituite con l’utilizzo di legumi, soia e prodotti derivati. Nella fase 1 sono previsti alimenti contenenti grandi quantità di fibre, come le verdure a basso indice glicemico, ma anche formaggi magri, uova e grassi insaturi quali ad esempio olio extravergine di oliva, avocado, frutta secca. Nella dieta South Beach gli snack assumono un ruolo di grande importanza: è possibile fare due spuntini al giorno, uno alla mattina e uno nel pomeriggio, nei quali consumare alimenti leggeri ma nutrienti. In questa fase, a cena sono consentite anche piccole quantità di dolci senza zucchero.
Gli alimenti da evitare nella prima fase sono i carboidrati (pasta, pane, riso, biscotti, cracker, grissini…), i tagli di carne grassi (costine, braciole, costolette), il fegato, ali e cosce di pollo, alcuni tipi di verdure (carote, mais, patate), tutti i tipi di frutta, latte e yogurt (anche quelli a ridotto contenuto di grassi), condimenti e grassi di origine animale (strutto, burro, lardo) e le bevande alcoliche.
Grazie a questo tipo di alimentazione, al termine della fase 1 si osserva la stabilizzazione della glicemia sanguigna e la scomparsa della “voglia” di zuccheri e amidi. In questa fase è possibile osservare perdite di peso corporeo che vanno dai 3 agli 8 chilogrammi.
Fase 2
Si tratta della fase centrale della dieta South Beach, finalizzata al raggiungimento di una perdita di peso costante nel tempo. L’alimentazione prevista in questa seconda fase è adatta non solo a chi deve perdere molti chili, ma anche alle persone leggermente in sovrappeso o che semplicemente intendono adottare uno stile di vita più sano.
Dal punto di vista pratico, in questa fase si possono consumare tutti gli alimenti contemplati nella fase precedente reintegrando però progressivamente i carboidrati (preferibilmente integrali) come pane, riso e pasta. Fra gli alimenti di origine vegetale, nella fase 2 sono inclusi anche patate dolci, piselli, legumi e zucca. Sono invece da evitare, o comunque da consumare con grande moderazione, tutti i prodotti da forno a base di farina bianca (raffinata), alcune verdure ad elevato contenuto di carboidrati (patate, mais, carote), la frutta zuccherina (banane, ananas, uvetta, fichi…), i succhi di frutta, la frutta sciroppata e tutti i cibi contenenti zuccheri semplici come ad esempio marmellata, miele, gelati e dolciumi.
Anche in questa fase è incentivato il ricorso a spuntini spezzafame fra un pasto e l’altro. Nella fase 2 si osservano perdite di peso inferiori rispetto alla precedente fase 1, che si assestano su valori che vanno dal mezzo chilo al chilo per settimana. Una volta è adottato appieno lo stile di alimentazione della dieta South Beach, e raggiunto il peso forma desiderato, è possibile passare alla fase finale.
Fase 3
In questa ultima fase della dieta South Beach si concretizza l’adozione di un “nuovo” stile di vita da osservare in modo permanente, 365 giorni all’anno. Grazie a questo cambiamento nelle proprie abitudini è possibile mantenere, in modo permanente, il peso forma conquistato con la dieta. In pratica, in questa fase si possono consumare tutti gli alimenti previsti nelle prime due fasi della dieta, ai quali aggiungere ulteriori elementi e, occasionalmente, anche qualche cibo sfizioso: ad esempio si può rinunciare agli spuntini per concedersi qualcosa in più durante i pasti principali. Si consiglia di continuare a consumare preferibilmente cibi integrali, rinunciando ai prodotti a base di farina bianca. È inoltre indispensabile controllare costantemente l’apporto di zuccheri nell’alimentazione, evitando di consumare eccessive quantità di dolciumi e, se possibile, prediligendo quelli senza zucchero.
Nel malaugurato caso si dovesse riacquistare parte del peso perduto, è possibile ritornare alla fase 1 e ricominciare daccapo la sequenza temporale della dieta South Beach. Questa strategia può essere indicata, ad esempio, in seguito alle festività natalizie nel corso delle quali diventa molto difficile non mettere su qualche chilo extra.
I sei alimenti “d’oro” della dieta South Beach
Fra i numerosi alimenti salutari inclusi nella dieta South Beach, alcuni sono considerati particolarmente utili dal momento che rappresentano un vero e proprio concentrato di vitamine, sali minerali, antiossidanti ed altri preziosi nutrienti. Grazie alle loro proprietà, questi alimenti svolgono un ruolo chiave nella promozione del benessere dell’organismo.
Tre di questi alimenti sono contemplati nella prima fase della dieta South Beach, e sono nel dettaglio:
- Pomodori
in questi vegetali sono contenute grandi quantità di licopene, un composto appartenente alla famiglia dei carotenoidi che presenta la più elevata capacità antiossidante in assoluto. Il licopene svolge un’azione protettiva nei confronti delle malattie dell’apparato cardiovascolare e dell’insorgenza del cancro dello stomaco, del pancreas e della prostata. - Spinaci
e tutti i vegetali di colore verde scuro, come ad esempio il cavolo verza e le bietole: sono ricchi in antiossidanti, folati e vitamine (C, E, K) che proteggono l’organismo dai radicali liberi e rallentano l’invecchiamento cellulare. Il consumo regolare di questi vegetali riduce il rischio di ictus, infarto, cancro ed altre gravi malattie, riducendo inoltre la pressione arteriosa, il colesterolo e i trigliceridi nel sangue. - Noci e frutta secca
rappresentano una fonte significativa di acidi grassi insaturi, Omega-3, proteine e fibre. Il loro consumo è in grado di abbassare il tasso di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue.
Per quanto riguarda la fase 2 della dieta South Beach, gli alimenti più preziosi sono:
- Mirtilli
molte sostanze contenute nei mirtilli, come ad esempio le antocianine, svolgono un ruolo importante nella protezione da cancro, ipertensione e cataratta. Il contenuto in antiossidanti di queste bacche è elevato, ed un consumo regolare può rallentare i processi di invecchiamento dell’organismo. - Patata dolce
rappresenta una significativa fonte di carotenoidi (fra cui il betacarotene), antiossidanti, vitamina C, calcio e potassio. Questo tubero può aiutare a ridurre il colesterolo “cattivo” nel sangue, abbassare la pressione arteriosa e allontanare il rischio di degenerazione maculare dovuta all’età. - Melagrana
questo frutto è particolarmente ricco in flavonoidi, sostanze dall’efficace azione antiossidante. Studi recenti hanno dimostrato che il succo di melagrana, assunto su base regolare, può prevenire l’insorgenza delle malattie cardiache.
Benefici sulla salute
Grazie agli alimenti previsti dalla dieta South Beach è possibile ridurre il rischio di malattie dell’apparato cardiocircolatorio, ictus, prediabete e diabete. Un altro significativo effetto di questo regime dietetico è l’abbassamento del colesterolo sanguigno, ed in particolar modo di quello “cattivo”, ma anche la riduzione dei trigliceridi, l’abbassamento della pressione arteriosa e la diminuzione della glicemia sanguigna. Adottando un’alimentazione bilanciata e introducendo nella propria quotidianità l’esercizio fisico si riduce la tendenza alle infiammazioni croniche, all’arteriosclerosi e all’artrite. È stato ipotizzato che fra gli effetti benefici della dieta South Beach vi siano anche la diminuzione del rischio di insorgenza del cancro, della malattia di Alzheimer e della depressione. Molte delle persone che si sono sottoposte alla dieta South Beach hanno inoltre riportato miglioramenti nella vita quotidiana riguardanti l’umore, l’autostima e la vitalità.
Parere del mondo medico e svantaggi della dieta South Beach
La dieta South Beach è diventata molto “di moda” negli ultimi anni, essendo stata adottata da numerose celebrità di Hollywood. Sono però da ricordare anche i suoi effetti negativi sulla salute, a partire da quelli causati dall’interruzione totale dell’assunzione di carboidrati per ben due settimane (fase 1). Il metabolismo subisce in questo modo una pesantissima alterazione, dal momento che i carboidrati rappresentano il “carburante” dell’organismo e la sua fonte primaria di energia.
In mancanza di carboidrati il corpo è costretto ad utilizzare le proteine e i grassi come fonte energetica, e questo causa la produzione di grandi quantità di scorie metaboliche azotate che possono causare intossicazioni ai reni e al fegato, ed innalzare i valori delle transaminasi. In questa prima fase, inoltre, il mancato consumo di frutta può determinare carenze vitaminiche e di sali minerali.
Nella dieta South Beach non vengono conteggiate le calorie, e questo aspetto viene spesso pubblicizzato come uno dei suoi principali vantaggi; in realtà, si tratta di uno svantaggio non da poco. Se una persona infatti non è pratica, nemmeno a grandi linee, del contenuto calorico degli alimenti, può incappare in gravi errori che rischiano di far ingrassare, invece che dimagrire.
Nella prima fase della dieta South Beach, ad esempio, non vengono poste restrizioni nel consumo di uova: questo può rappresentare un grave problema (sia in termini di apporti calorici che di colesterolo) se ne vengono consumate quantità eccessive. Lo stesso si può dire delle noci e della frutta secca, fra gli alimenti più calorici che esistano.
Approfondire la dieta South Beach
Siti internet
My-personaltrainer.it – Dieta South Beach
Eurosalus – La Dieta South Beach
Corriere della Sera – La dieta del magnate (articolo del 7/12/2003)
Libri
Titolo: La dieta di South Beach
- Collana: Guide. Benessere
- Autore: Arthur Agatston
- Curatore: D. Scatozza
- Tradotto da: A. Plazzi
- Editore: Sperling & Kupfer
- Anno: 2004
- Lunghezza: 252 pagine
Titolo: La dieta di South Beach all’italiana. Tante ricette appetitose e salutari per perdere peso e mantenersi in forma
- Collana: Open Space (volume n. 63)
- Autore: Arthur Agatston
- Curatore: D. Scatozza
- Tradotto da: D. Piccini
- Editore: Sperling & Kupfer
- Anno: 2007
- Lunghezza: 265 pagine
Titolo: Alimentazione vegetariana. Teoria e pratica
- Collana: Salute e alimentazione
- Autore: Aurelia Rottigni
- Editore: Macro Edizioni
- Anno:
2008 - Lunghezza: 304 pagine