I vdeogiochi provocano alienazione dalla realtà?
Si tratta di un tema molto dibattuto in questo periodo, soprattutto per ciò che riguarda il fenomeno di Second Life, videogioco multigiocatore online (MMORPG) che permette di costruirsi una seconda vita con un alter ego virtuale. Per esemplificare l’argomento pensiamo ad una situazione ipotetica di Second Life: un giocatore seduto di fronte al computer comanda un personaggio virtuale che gioca ad una slot machine.
Chi gioca alla slot machine, il personaggio o il giocatore?
Il personaggio gioca alla slot machine. Non va MAI confuso il giocatore con l’alter ego. È possibile creare rapporti di amicizia e simpatia in rete, ma è importante ricordare che dietro il personaggio potrebbe esserci chiunque, dal principe azzurro al malintenzionato. L’alter ego è solo una facciata: può rappresentare ciò che realmente siamo, ciò che vorremmo essere o ciò che vogliamo far credere di essere. La prudenza è necessaria.
C’è il rischio di identificarsi col personaggio? Che cosa comporta? Sì, giocatori sfiduciati ed in fuga dalla realtà potrebbero identificarsi completamente. L’alter ego rappresenta quello che vorrebbero essere: nel mondo virtuale è più facile esaudire i propri desideri, ecco perché li proiettano sul personaggio. Potrebbe comportare una maggiore diffidenza e rassegnazione nella vita reale, col rischio di rifugiarsi nella vita fittizia per essere appagati.
Cosa c’è di vero in un mondo virtuale?
Tutto è vero. Gioco simulativo NON corrisponde automaticamente ad un generatore di falsità: al contrario, i giocatori sentono meno i freni inibitori della società ed hanno la possibilità di esprimere ciò che sono realmente.
Inoltre, società come Toyota, General Motors, Disney, Adidas e via dicendo investono in Second life come mezzo di marketing. Un’influenza nella seconda vita potrebbe corrispondere ad una influenza nella prima, quindi business e guadagno, ma non virtuale: vero.
Cos’è l’alienazione da videogiochi e cosa comporta?
L’alienazione dalla società può essere vista come una sorta di rifugio. L’insicurezza del giocatore può spingerlo a prediligere la realtà virtuale in quanto offre maggiori possibilità ed esperienze a rischio zero. Vivere il reale può far soffrire, compiere degli errori e soprattutto non permette di tornare indietro; al contrario, la realtà virtuale regala un mondo indolore e fittizio, dove tutto è sempre sotto controllo. In questo modo, il giocatore si abitua a vivere di esperimenti e non di esperienze, poiché se qualcosa non va si può sempre cambiarlo.
Quali sono le conseguenza dell’alienazione?
l’alienazione può diventare uno dei sintomi della dipendenza da gioco. Questa problematica può essere considerata una vera e propria malattia, lo conferma la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive. Si tratta di una vera e propria forma di dipendenza, solitamente colpisce gli elementi più deboli della società: persone dotate di una scarsa autostima, trascurate e lontane dalla realtà. Il sintomo chiave è l’eccessivo attaccamento al gioco: come in una forma ossessiva il giocatore non pensa e non fa altro.
Si tratta di una vera patologia, come guarire?
Come in tutte le patologia da dipendenza, occorre essere aiutati. Guarire da soli non è sempre possibile. La prima struttura in Italia che si occupa di questo genere di problematiche è la SIIPAC (Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive). Gli sportelli SIIPAC offrono sostegno con colloqui privati e in gruppo sia per i familiari sia per il giocatore, consulenze, prevenzione e informazione. È raggiungibile al numero verde 800-368300.
Quando si diventa ludodipendenti? I giocatori abituali lo sono?
No. Occorre fare molta attenzione: non è detto che chi passi ore davanti ai videogiochi sia dipendente. Si riconosce un giocatore dipendente da:
- Un impulso a carattere irrefrenabile, quasi ossessivo.
- Un disinteressamento verso il mondo affettivo, scolastico, economico, relativo al lavoro o persino a se stesso.
- Noncuranza verso le gravi conseguenze delle sue azioni (spese eccessive, rendimento scolastico e lavorativo che cala, separazione, etc.)
- Sintomi quali: attacchi di panico, problemi di sonno, incubi, tremori.
I videogiochi propongono violenza e contenuti non adatti a minori?
I videogiochi rientrano a pieno titolo nei mass media, si tratta perciò di mezzi di comunicazione anche a contatto con bambini e soggetti influenzabili. Possiamo paragonare un videogioco alla televisione. Un buon genitore sa che non è ottimale per un bambino restare davanti allo schermo da solo: rischia di vedere cose inadatte per la sua età, cose che richiedono una spiegazione o una rassicurazione. Lo stesso concetto va applicato con i videogiochi, vanno cioè comperati insieme verificando che i contenuti siano adatti ai più piccoli.
Principali sistemi di controllo e informazione sui videogiochi
PEGI
sistema europeo che comprende 29 paesi (tra i quali l’Italia). Si occupa di verificare i contenuti dei videogiochi in commercio, applicando sulla confezione un simbolo caratteristico che segnala l’età consigliata del giocatore e la tipologia del contenuto. Questo sistema avverte se siamo in presenza di violenza, riferimenti sessuali, razzismo, linguaggio scurrile, riferimenti a droghe, gioco d’azzardo o scene che spaventano i bambini.
ESRB
sistema americano similare al PEGI, infatti anche ESRB si occupa di valutare la fascia d’età del giocatore e presentare i contenuti inadatti ai più piccoli. Il sistema americano però, al contrario del nostro, avverte anche in caso di presenza di sangue, tabacco, mutilazione, humor crudo, temi provocatori, etc. ESRB utilizza simboli ben visibili applicati sulla confezione, come PEGI.
Consigli per i genitori in relazione ai videogiochi
Comprare il gioco insieme non basta, è necessario che il genitore controlli come reagisce e come si comporta il figlio.
Il luogo migliore dove collocare un videogioco è sicuramente in un area facilmente visibile dal genitore, in modo da poter intervenire quando serve. Sarebbe divertente e utile al tempo stesso partecipare alle sessioni di gioco del bambino, può migliorare i rapporti e può aiutarlo a comprendere scene che lo lasciano perplesso.
Circa ogni ora fate sospendere il gioco per qualche minuto, ad esempio proponete la merenda o il gioco con altri bambini. In questo modo eviterete disturbi visivi e muscolari, in più si terrà in contatto con amici reali, che non devono mai essere sostituiti dai videogiochi. Fate in modo che non trascuri nemmeno lo sport, la scuola, i libri o altre forme di distensione indispensabili per i più piccoli. Aiutatelo a comprendere che è solo un gioco, poiché nessuna sfida ha il diritto di renderlo teso. La consapevolezza potrebbe portarlo anche ad autoregolarsi su quanto e quando giocare.
ATTENZIONE!
- È importante sottolineare che la maggioranza dei videogiochi in commercio non contiene grandi espressioni di violenza o sessualità!
- L’anno scorso l’80% dei giochi valutati da PEGI erano adatti a minori di 16 anni.
- Per quanto riguarda ESRB, solo l’8% ha ricevuto una valutazione “Mature”, cioè adatta a chi ha 17 anni o più.
- In particolare, nel nostro paese solo il 5% dei giochi presenti è consigliato ad un pubblico maggiorenne, e questa categoria ricopre solo il 3% del totale delle vendite.
I videogiochi possono causare problemi fisici?
Sui giornali troviamo diversi episodi di crisi epilettiche dovute ad un prolungato uso di videogiochi. Si tratta di una notizia vera solo in parte. uesta patologia prende il nome di epilessia fotosensibile e colpisce soggetti predisposti geneticamente; inoltre, non sono i videogiochi in sé a scatenare le crisi, ma qualsiasi schermo luminoso che proietti luci intermittenti (televisione, monitor di un computer, etc). I videogiochi hanno prolungato il tempo medio di permanenza davanti ad uno schermo, ecco perché sono considerati la causa principale.
Metodi di prevenzione
- 1) Ridurre il tempo di esposizione;
- 2) Illuminare bene l’ambiente (in modo da smorzare l’effetto luminoso dello schermo);
- 3) Non avvicinarsi troppo all’apparecchio.
Problematiche relative alla vista e a movimenti ripetuti
- 1) Giocare per un lungo periodo può provocare crampi, dolori muscolari o articolari, disturbi agli occhi.
- 2) In presenza di questi sintomi è opportuno sospendere immediatamente l’attività, poiché trascurare questi sintomi può portare a irritazione cutanea, sindrome del tunnel carpale, tendinite e affaticamento della vista.
Prevenire queste patologie e combatterle
- 1) Fare pause di 10-15 minuti dopo ogni ora di gioco;
- 2) Evitare di giocare troppo a lungo;
- 3) Sospendere l’attività e riposarsi per alcune ore se si presenta uno dei sintomi sopra citati;
- 4) Se il sintomo persiste, consultare un medico.
Approfondimere la problematica del rapporto tra videogiochi e salute
ESRB
Sito di Entertainment Software Rating Board, ovvero il sito americano di controllo dei videogiochi in commercio. Sito in inglese. Contiene informazioni sul sistema di valutazione utilizzato, sul processo di valutazione, contatti e un database con i giochi esaminati.
PEGI
Sito di Pan European Game Information, ovvero sito europeo di analisi dei giochi attualmente sul mercato. Sito in italiano. Comprende informazioni per il consumatore, descrizione della classificazione adottata, contatti e la lista dei giochi valutati.
AESVI
Sito dell’Associazione Editori Software Videoludico Italiana, cioè l’associazione dei maggiori produttori di software e hardware videoludico in Italia. Contiene informazioni sull’industria del settore, studi e ricerche, approfondimenti sulla dipendenza da videogiochi e molto altro.
Grazie per i consigli, perchè ci sono dei giorni che propio esagero, ma sono sicuro di riuscire a rimediare a questa situazione.
molto interessante e istruttivo .Secondo me i fan dei videogiochi dovrebbero leggerlo piu spesso cosi imparano a controlllarsi