La psicoterapia cerca da sempre di capire quali siano le cause scatenanti che si nascondono dietro il panico, tenendo presente però che la mina che innesca la paura è legata a un episodio legato al presente. Quando si percepisce una strana sensazione di minaccia, il corpo non può far altro che reagire di conseguenza: è questa reazione a guidare i pensieri in un’escalation emotiva che porta all’attacco di panico. In pratica, se un evento si percepisce come rischioso subito si innesca il meccanismo che provoca l’attacco di panico: al solo pensiero dell’evento inizia l’ansia, che si trasforma in un sintomo fisico e reale e si avverte un forte senso di malessere, quindi si cerca di fermare questi sintomi fisici convincendosi che smetteranno se si evita ciò che li ha innescati.
Come affrontare il panico
Per poter ridurre gli attacchi di panico, bisogna cambiare la percezione degli stessi: il panico non deve essere percepito come qualcosa di minaccioso. Limitandosi a intervenire solo a livello sintomatico, la ricaduta è dietro l’angolo per questo la psicoterapia tende a trattare il problema da un punto vista strategico: ci si focalizza su come funziona il problema e il terapista agisce cambiando quelle tentate soluzioni che il soggetto cerca di applicare per risolvere il problema.
Attraverso la guida del terapeuta, il paziente riesce a sbloccare quelle risorse preziose che gli consentiranno di risolvere una volta per tutte il suo problema. Sfruttando il sistema causa-effetto dell’individuo in relazione allo specifico problema, il terapeuta guida il paziente verso l’acquisizione di capacità che gli permettono di gestire la realtà presente attraverso esperienze emozionali correttive: in pratica, il paziente acquisisce i mezzi per comportarsi in maniera diversa davanti a un problema senza innescare il circolo vizioso del panico e imparando a risolvere la situazione che scatena il panico.
Il professionista agisce sul paziente cambiando la percezione che ha del problema per ottenerne una reazione diversa e fargli acquisire la consapevolezza di poterlo risolvere attraverso quelle risorse personali che non sapeva di avere.
Come agisce il terapeuta
Con la psicoterapia si possono ottenere risultati stabili nel tempo: il professionista esamina il modo di reagire del paziente e le difficoltà che mostra nel cercare di cambiare tale reazione, per cui già dal primo incontro il terapeuta mira a rompere la catena della paura e a indurre il paziente a reagire usando le proprie risorse.
In pochi incontri si ottiene la riduzione dei sintomi provocati dal circolo vizioso della paura tanto che il paziente arriva a rendersi conto da solo che evitare i problemi e cercare l’aiuto degli altri peggiora la propria situazione. Ciò induce un reale cambiamento di percezione e gestione della realtà nel paziente che vuole affrontare le proprie paure da solo rielaborando immagini, sensazioni, pensieri ed episodi passati: affrontando le proprie paure, il paziente acquista fiducia in se stesso e nelle proprie risorse personali e addestra la mente a reagire alla paura, fino a raggiungere un’autonomia personale e una fiducia tale da riuscire a essere consapevole di sé e del rapporto con gli altri e con la realtà che lo circonda.
Il paziente impara quelle tecniche che gli permettono di giostrare la paura e di acquisire un nuovo sistema percettivo-reattivo che andrà sempre più affermandosi fino a costruirne uno nuovo che impara a usare per interfacciarsi con la realtà.
Cure farmacologiche: funzionano?
L’attacco di panico è decisamente diverso da altre fobie e paure per la sua natura improvvisa ed episodica, per cui è considerato la forma più estrema di paura che porta a una totale perdita di controllo psicofisico tanto che l’individuo colto da attacco di panico prova la sensazione di morire da un momento all’altro: la paura porta l’individuo alla totale paralisi e annullamento di qualsiasi pensiero razionale.
Per questo le terapie farmacologiche lasciano il tempo che trovano dato che non influiscono minimamento su ciò che il paziente percepisce come stimolo pauroso, anzi, chi assume farmaci antipanico finisce con lo sviluppare la paura di essere vittima di ulteriori attacchi se non assume il farmaco ogni giorno.
Ecco perché l’unica concreta soluzione per cambiare il sistema percettivo-reattivo del paziente è la psicoterapia, che agisce cambiando la percezione distorta degli stimoli che causano il panico. Assumere farmaci può essere un aiuto durante la riabilitazione, ma solo la terapia può fornire al paziente gli strumenti necessari per tornare a essere autonomo e sentire di potercela fare da solo ad affrontare i problemi.