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i sintomi della pressione bassa in gravidanza

I sintomi e i rimedi per combattere la pressione bassa in gravidanza

Deboli, affaticate, a volte addirittura sul punto di svenire. Tutti sintomi dell’ipertensione, cioè un abbassamento della pressione tipico dell’attesa. Si parta di ipertensione quando i valori scendono al di sotto di 100/60 mm/Hg. La donna che ne è soggetta dove quindi controllarsi la pressione con regolarità. I rimedi utili cui affidarsi nel caso in cui si abbia una momentanea perdita del senso dell’orientamento, capogiri o svenimenti, consistono in alcuni semplici accorgimenti.

  • Non alzarsi mai di scatto, soprattutto a mattina quando scende scende dal letto.
  • Bere acqua e zucchero, che dona subito energia facendo alzare la pressione. Vanno tenuti, quindi, sempre a portata di mano caramelle, zollette di zucchero, liquirizia senza esagerare perchè altrimenti si rischia, al contrario, un rialzo pressorio eccessivo;
  • Mangiere poco a spesso, evitando così di restare a digiuno per molte ore consecutive.
  • Indossare calze elastiche
    contenitive che favonscono il flusso del sangue dal basso verso il cuore.

Le perdite del sonno sono normali?

Per evitare di macchiare i vestiti è utile inserire le apposite coppette assorbilatte all’interno del reggiseno.

• Nel primo trimestre il seno, sotto l’azione di estrogeni e progesterone, tende a essere teso e dolorante. In questo periodo è raro che produca delle secrezioni, ma talvolta succede. Si tratta di lievi perdite di colostro “rudimentale”. Nel secondo trimestre il seno aumenta di dimensioni ma appare meno teso. A partite dalla metà del secondo trimestre, intorno alla 20′ settimana circa, possono iniziare a presentarsi secrezioni non molto fluide. Si tratta sempre di colostro, uno sastanza che rappresenterà il prima nutrimento per il bambino appena nato, e che piano piano si accumulerà nei dotti galattofori (i canalini attraverso i quali scorrerà il latte). Net terzo trimestre il seno raggiunge le dimensioni massime in gravidonza, a causa della “preparazione” delle mammelle alla montata lattea, che sopraggiungerà dopo il parto. Con l’allattamento il seno aumenterà ancora di volume. Le secrezioni si fonno più fluide e possono apparire da entrambi i seni oppure da uno solo. Si tratta di un fenomeno del tutto normale. Anche nel terzo trimestre viene secreto il colostro che può diventare ancora più fluido, assumendo le caratteristiche che avrà prima della montata lattea.

Come si richiede l’epidurale?

Una visita con il medico anestesista tra l’ottavo e ii nono mese di gravidanza permette di capire se la donna è adatta a ricevere l’analgesia epidurale, così da poter partorire senza dolore. Durante la visita il medico valuta le condizioni cliniche, gli esami eseguiti in gravidanza e, in particolare, il valore della coagulazione del sangue. Durante il colloquio, infine, oltre a valutare gli accertamenti clinici, l’anestesista fornisce alla donna tutte le informazioni per arrivare preparata al momento del parto. Questa tecnica di analgesia, oltre che richiesta dalla futura mamma, può essere consigliata dal ginecologo stesso in caso di malattie che sotto stress potrebbero peggiorare, come nel caso di: gestosi io preeclampsia), in quanto la pressione alta caratteristica di questa malattia potrebbe aumentare con il parto e creare problemi; miopia grave con precedente distacco della retina; alcune malattie cardiovascolari, relative cioè al cuore e alla circolazione, che lo sforzo del parto potrebbero aggravare.

Fattore Rh: che cos’è il test di Coombs?

Per evitare reazioni avverse in caso di incompatibilità tra il sangue della mamma e quello del fedo, prima del concepimento o nel primo trimestre, i genitori devono fare un esame del sangue per determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh. Nel caso la donna risultasse Rh- (negativo) e il partner Rh+ (positivo), lei dovrà eseguire il test di Coombs indiretto (Tci) per la ricerca di anticorpi contro il sangue del feto Rh+. Se il test è positive vuol dire che ci sono gli anticorpi e l’organismo sta aggredendo I globuli rossi del piccolo e, quindi, bisogna intervenire; se, invece, è negative indica che gli anticorpi non sono presenti. A questo punto bisogna eseguire il test ogni mese a partire dalla 20ma settimana, per tenere la situazione sotto controllo.

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