Che cos’è l’ingorgo mammario?
Appena nato, il bebè si attacca al seno ma dal capezzolo non esce ancora il latte, bensì il colostro, il cosiddetto ‘primo latte’, una sostanza sierosa di colore giallastro, molto ricca di carboidrati, proteine e anticorpi (sostanze di difesa naturale che lo proteggono dalle infezioni più comuni). Solo dopo alcuni giorni dalla nascita, infatti, sopraggiungerà la montata lattea e potrà avviarsi l’allattamento vero e proprio. Nelle prime settimane di vita del piccolo, quindi, si attraversa una fase ‘di rodaggio’, durante la quale il seno deve calibrare la produzione di latte per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze nutritive del neonato.
E’ proprio in questa fase iniziale, però, che possono comparire alcune difficoltà nell’allattamento, dovute in genere al fatto che il piccolo non si attacca al seno nella maniera corretta o non succhia abbastanza. Ecco allora che possono manifestarsi disturbi come l’ingorgo mammario o la mastite. Questi problemi, comunque, possono presentarsi anche a distanza di mesi dal parto, ad allattamento già avviato.
La lattazione si basa su un meccanismo di domanda e offerta: quanto più il bimbo succhia, tanto più latte viene prodotto. Tuttavia può accadere che se il seno non viene svuotato a sufficiente, si riempia di latte dando origine a un ingorgo mammario, doloroso per la mamma. La mammella si presenta tesa, gonfia, talvolta lucida, tumefatta e dolorante, a volte arrossata soltanto in un punto che diventa più duro e di colore rosso, e si avverte una sensazione di malessere, anche se di solito non compare febbre. I sintomi dell’ingorgo mamm; l’altra ario si manifestano pochi giorni dopo il parto e scompaiono da soli se la mamma continua ad allattare il piccolo al seno: così facendo, infatti, si riesce a svuotarlo prima che si riempia nuovamente di latte.
Le cause dell’ingorgo mammario
Una delle tante cause principali dell’ingorgo è un allattamento non ben avviato: magari per una posizione scorretta del bambino, che non consente un sufficiente svuotamento del seno. Esistono però altre cause concomitanti, come: un mancato allattamento a richiesta: si allungano così i tempi tra le poppate, con il risultato di riempire troppo il seno di latte; un reggiseno troppo stretto; la riduzione del numero delle poppate: ciò capita soprattutto in occasione dello svezzamento o quando il piccolo comincia a svegliarsi meno la notte: la produzione del latte, però, prosegue e il seno può ingorgarsi; l’abitudine di offrire al bebè sempre per prima la stessa mammella: l’altra, svotandosi meno, rischia l’ingorgo.
Come rimediare all’ingorgo mammario
Occorre alternare le mammelle per facilitare lo svuotamento del seno, iniziando la poppata con il seno più gonfio. Se la mammella è molto dolorante e il piccolo fatica ad attaccarsi si può effettuare la spremitura manuale o con il tiralatte e offrire poi il latte al bebè con il biberon. Per lenire il dolore e favorire il riflesso ossitocinico, fanno bene impacchi caldo- umidi prima della poppata. Per evitare il ristagno del latte, invece, bisogna massaggiare delicatamente il seno con movimento circolari, procedendo dall’attaccatura verso il capezzolo: il massaggio aiuta la fuoriuscita del latte e rilassa i contenuti.