Rischi e pericoli della dieta scarsdale, panoramica
Il dottor Herman Tarnower inventa alla fine degli anni 70 la dieta scarsdale, una dieta ancor oggi seguita un po’ in tutto il continente: si cosa si tratta? E, soprattutto quello che ci interessa maggiormente, esistono dei rischi e pericoli della dieta scarsdale oppure sono solo le fissazioni dei solidi detrattori che vedono il male ovunque? Vediamo. Innanzitutto cerchiamo di capire che tipo di filosofia alimentare sta alla base della dieta scarsdale, e questo è presto detto: basta dare un’occhiata veloce ad un menu tipo di un giorno di dieta per capire che ci troviamo di fronte ad una classica iperproteica – la versione per vegetariani è un po’ meglio da questo punto di vista –ipocalorica (1000kcal/die sono davver poche) in cui il carboidrato viene completamente eliminato o quasi. Concessi infatti appena 30 grammi o anche meno di carboidrati, il che equivale a mangiare due fette piccole di pane a pranzo o a cena, ricordando anche che questi elementi sono presenti non solo nei cereali ma anche nella frutta e nella verdura. Riguardo proprio a frutta e verdura, c’è qualcos’altro da aggiungere: bisognerà necessariamente cercare di privilegiare quelle meno zuccherine, dunque via libera a pompelmi, mele e pere, insalate e verdure cotte in generale, occhio invece a carote, pomodori, fragole, fichi, mandarini ed uva!
Non molto diversa, in fondo, dalle altre iperproteiche per pro e contro
Dopo la descrizione stringata che vi abbiamo fatto per farvi capire bene di cosa si tratta, veniamo ora ai rischi e pericoli della dieta scarsdale. In realtà se conoscete già in linea di massima i principali effetti collaterali di una qualsiasi dieta iperproteica sapete già tutto: non ce ne si discosta di molto in questo caso. L’elevatissimo apporto proteico della dieta scarsdale – e fate conto che di proteine è permesso mangiarne in quantità illimitata – può affaticare fegato e reni, specie se ci si dimentica di bere almeno due litri di acqua al giorno, indispensabili per riuscire ad eliminare le scorie azotate prodotte dall’organismo. La chetogenesi, il meccanismo biochimico che immancabilmente si instaura in questo tipo di dieta, vi renderà irritabili, stanchi e soggetti a forti mal di testa, ed anche fare attività sportiva vi sembrerà molto più faticoso. Insomma, facendo due conti, ci sentiamo di dire che questa dieta se volete potete anche seguirla, ma per un periodo di tempo limitato – una o due settimane, non di più – e prima di iniziarla sarebbe il caso di andare dal vostro medico curante per assicurarvi sulle condizioni di salute generali del vostro organismo. Concludiamo dicendo che molti dei kg che effettivamente si perdono con tale dieta sono costituiti essenzialmente da liquidi: dunque il rischio di veder risalire l’ago della bilancia una volta smesso di ingozzarsi di sole proteine è piuttosto alto!