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Aerofagia, meteorismo, stipsi, diarrea. 1

Aerofagia. 1

Meteorismo. 1

Stitichezza. 2

Diarrea. 3

Morbo di Crohn. 4

Link a siti web sull’argomento delle forme dispeptiche e dei piccoli disturbi all’intestino. 5

Aerofagia, meteorismo, stipsi, diarrea

Diverse malattie delle vie digestive generano dei disturbi che vengono classificati come “dispepsia”, che letteralmente significa “cattiva digestione.

Con questo termine si intendono problemi gastrici che spesso provocano dolori e che si verificano di solito con la cattiva digestione di un pasto.

I sintomi consueti sono gonfiore allo stomaco dovuto alla formazione di gas (aerofagia), nausea, senso di peso e difficoltà a digerire, eruttazioni e a volte bruciore allo stomaco. A volte la dispepsia può avere conseguenze anche psicologiche generando tensione nervosa subito dopo aver mangiato.

Aerofagia

L’aerofagia è un fenomeno che consiste nell’ingestione di aria nell’apparato digerente seguito poi da eruttazioni, eccesso di flatulenza e tensione addominale.Se si verifica dopo avere mangiato più del solito non è il caso di preoccuparsi perchè è provocata dalla deglutizione della saliva e dall’ingestione di cibi e bevande.

La cura per questo disturbo è diversa a seconda della sua origine: se si verifica dopo un pasto abbondante a base di grassi e di alimenti di lunga digestione questo determina gonfiore e acidità di stomaco. Se invece si mangiano spesso cibi poco sani è raccomandabile masticare bene e lentamente.

A volte anche situazioni di stress e ansia possono provocare aerofagia e in queste situazioni può essere utile una psicoterapia che individui i motivi di preoccupazione accompagnata da farmaci che diminuiscono la quantità di produzione di saliva.

Meteorismo

Il termine meteorismo sta ad indicare un disturbo gastrointestinale in cui soprattutto nell’intestino e nello stomaco si ha una produzione di gas superiore alla norma.

Rispetto all’aerofagia in questo caso l’origine è dovuta alla presenza nell’intestino di zuccheri e cellulosa che si trasformano poi in azoto, metano e anidride carbonica.

Con questo disturbo si avverte una sensazione di pancia gonfia che generalmente si verifica per l’assunzione eccessiva di bevande gassate, tè, alcol e caffé o intolleranze alimentari.

Più del 10% degli italiani soffre di questo fastidio che varia di gravità con le cattive abitudini alimentari delle persone e che può essere accompagnato anche da eccessiva o diminuita attività di defecazione.

E’ importante quindi che ognuno di noi per prevenire questo disturbo assuma alimenti in quantità equilibrata: evitare o comunque ridurre cibi fritti e ricchi di grassi, pasti troppo abbondanti (nel caso in cui questo non sia possibile masticare lentamente).

E’ il caso di rivolgersi a un medico quando il meteorismo ha origine da un’insufficienza epatica; in questo caso si ha la cosiddetta “sindrome del colon irritabile” e sarà proprio lo specialista a fornire indicazioni per una dieta equilibrata che potrebbe comprendere prodotti a base di liquirizia, finocchio e coriandolo.

Stitichezza

Per stipsi non si intende una vera e propria malattia ma più che altro un disturbo che viene definito in modo soggettivo dai soggetti stessi caratterizzato da insufficiente evacuazione. Per convenzione oggi si ritiene che non si sia affetti da stitichezza se si effettuano almeno tre evacuazioni a settimana.

Generalmente si distinguono due tipi fondamentali di stitichezza: quelle che inducono un rallentamento del tratto della mucosa intestinale e quelle che invece determinano un problema nell’atto della defecazione. Nel primo caso un effetto ulteriore che si verifica è il fatto che le feci assorbono una maggiore quantità di acqua diventando piccole e dure e quindi maggiormente fastidiose da espellere.

Nel secondo caso, invece, chi soffre per diverso tempo di questo fastidio finisce per avere un rallentamento del traffico intestinale che a sua volta provoca una dilatazione del colon; quindi gran parte delle persone affette da stipsi hanno entrambe le patologie.

Le cause che procurano fenomeni di stipsi possono essere differenti: a volte è difficile espellere le feci perché i pazienti manifestano una malattia all’ano che rende anche doloroso l’atto di defecazione: in questi casi si ha un’infiammazione della parte interessata, le cosiddette ragadi.

Altra patologia è l’anismo, ovvero una contrazione dei muscoli che circondano il retto quando si effettua l’evacuazione e una perdita di sensibilità del retto. Di solito si comincia a soffrire di questi disturbi in età giovanile e poi con il passare degli anni e magari la poca cura del proprio corpo il problema si aggrava.

C’è chi però già alla nascita presenta dei disturbi nell’intestino e in questo caso si ha la cosiddetta malattia di Hirschsprung, in cui il soggetto presenta una mancanza di cellule a livello dell’intestino e così non si ha la formazione dello sfintere anale rendendo impossibile iniziare la defecazione. Per risolvere il disturbo serve un piccolo intervento.

Quando la stitichezza non è da ricondurre a patologie gravi un aiuto per risolvere il problema può essere dato dall’alimentazione scegliendo cibi contenenti fibre come verdure cotte ma soprattutto crude, cereali, assumere una quantità maggiore di liquidi che può venire da brodo, acqua, latte o succo di frutta e cercare di tenersi in movimento, anche 20 minuti al giorno possono essere sufficienti.

Solitamente, quindi, il medico non prescrive delle vere e proprie medicine ma cerca di verificare se il paziente assuma un’adeguata quantità di fibre e fa in modo di consigliarlo nella correzione di eventuali sue abitudini errate. Questo fa sì che si ricorra all’assunzione di lassativi, preferendo comunque quelli più leggeri, soltanto quando siosserva che la modifica della dieta non è stata efficace.

Quando la stitichezza comincia a essere persistente per un lungo periodo di tempo si effettua un intervento chirurgico, che comunque viene realizzato soltanto in casi estremi perché particolarmente complicato (solitamente si ha una completa o parziale asportazione del colon). Anche lo stress in soggetti che soffrono di questo fastidio andrebbe moderato, così come ansia e paure perché sono fattori in gradi di modificare la motilità gastrica e intestinale.

Anche le abitudini che pratichiamo nella vita di tutti i giorni possono avere un ruolo importante: spesso, infatti, siamo troppo concentrati sulla vita lavorativa e familiare, o nel caso del bambino sulle attività di gioco, e così semplicemente per mancanza di tempo ci si può dimenticare di defecare.

Spesso ci si dimentica poi di tenere un atteggiamento positivo nei confronti della vita perchè atteggiamenti di depressione possono a volte portare disturbi nel funzionamento del nostro intestino: varie ricerche hanno infatti osservato che persone ottimiste e positive difficilmente soffrono di stipsi, che invece può presentarsi in individui con cattivo rapporto con il cibo come anoressici e bulimici.

I bambini che trattengono le feci, invece, sia che lo facciano volontariamente o no, potrebbero farlo per attirare l’attenzione di genitori e persone che gli stanno attorno e questo atteggiamento potrebbe poi peggiorare in età adulta. Un effetto collaterale che può insorgere in chi soffre di questo disturbo e ha problemi di insufficienza venosa può essere la comparsa delleemorroidi.

Diarrea

La diarrea è il disturbo opposto alla stipsi e consiste in un’eccessiva attività di defecazione in cui le feci diminuiscono nella loro consistenza ma aumenta la loro frequenza di scarico. Solitamente è generata da un’infezione ma si può verificare anche per l’effetto di alcuni farmaci (es. chemioterapici), ma anche quando si riprende a mangiare dopo essere stati a digiuno o per allergie e intolleranze alimentari.

La diarrea acuta, che solitamente si manifesta all’improvviso e non dura più di dodici ore, causata da un’infezione è un problema particolarmente attivo nei paesi poveri dove le condizioni igieniche sono gravi , non c’è acqua potabile e spesso nelle strade si trovano grandi quantità di rifiuti: questo disturbo ogni anno provoca la morte di quattro milioni di bambini.

Oltre alla diarrea, a seconda del batterio che determina il disturbo, possono presentarsi nel malato anche altri sintomi come nausea, vomito e febbre.

La diarrea diventa invece cronica quando dura più tempo, anche due settimane: se invece si ripresenta a intervalli di tempo più o meno regolari allora il disturbo si definisce ricorrente e spesso accade anche per la presenza contemporanea di altre patologie. A volte ci vuole tempo per individuare l’origine della diarrea perché causata da una malattia come la celiachia, ovvero l’intolleranza al glutine, una proteina presente in cibi come pane, pasta e cereali.

Per poter guarire da questo tipo di disturbo è importante che il medico riesca a individuare la sua origine, altrimenti anche assumere medicinali appositi può servire soltanto momentaneamente. Se si osserva che l’organismo è carente di alcuni elementi nutritivi è bene cercare di rimediare assumendoli nella quantità adeguata.

Se si presenta una situazione di disidratazione solitamente viene somministrata una soluzione elettrolitica attraverso endovena per supplire alla mancanza di liquidi. Soprattutto se a soffrire di diarrea è un bambino prima di dargli farmaci antidiarroici si preferisce somministrare liquidi a base di zuccheri e sali ma anche bevande a base di cola, perché piacciono ai più piccoli e contenenti elementi astringenti.

Può essere indicato anche bere brodi e tisane. I medici preferiscono ricorrere ai farmaci antidiarroici solo in casi estremi perché questi medicinali non agiscono sulla causa del problema e a volte possono far durare la malattia più a lungo perché provocano a sua volta anche altri disturbi come perforazione intestinale.

Per questo è importante variare l’alimentazione togliendo i latticini e preferendo carote, riso, carote, patate, mele crude, limone e carne scottata in padella.

Diventa consigliabile rivolgersi al medico quando a essere affetti da diarrea siano i bambini per più di 24 ore e abbiano nello stesso tempo anche febbre e vomito e quando il disturbo non scompare dopo qualche giorno.

Morbo di Crohn

Il morbo di Crohn è un’infiammazione cronica dell’intestino e a esserne colpite in Italia sono 200.000 persone, tra i quali ci sono molti giovani. E’ una malattia in aumento soprattutto negli ultimi anni, ma spesso ci vuole qualche anno per individuarla perché i sintomi che si manifestano possono essere confusi con quelli tipici di altre patologie.

Generalmente sintomi tipici sono dolori addominali e diarrea. Spesso c’è sangue nelle feci e si dimagrisce. Quando la malattia si aggrava può esserci occlusione intestinale e così il cibo forma come un tappo che blocca l’apparato digerente, problema che a volte si può risolvere solo con l’operazione.

Ogni anno si registrano 3.500 nuovi casi e tra questi il 40% sono bambini sotto i 14 anni, fatto particolarmente preoccupante perché uno degli effetti della malattia è la debilitazione dell’organismo e questo può provocare gravi ritardi nello sviluppo e rallentamento nella crescita.

Il diffondersi di questo disturbo è anche un po’ figlio dei nostri tempi: l’incremento è infatti stato facilitato dall’eccesso di igiene che si osserva nelle nostre case in particolare negli ultimi venti anni. Questo fa sì che per eccessivo scrupolo si disinfettino troppo le nostre abitazioni.

Questi meccanismi vengono impiegati anche con gli alimenti, che spesso subiscono complessi processi di sterilizzazione per eliminare batteri che potrebbero rivelarsi dannosi.

Procedure di questo tipo sono utili perché impediscono che il nostro organismo contragga infezioni intestinali, ma allo stesso tempo non fanno in modo che nell’intestino penetrino i cosiddetti “batteri buoni” che rafforzano il sistema immunitario rendendolo capace di difendersi dall’attacco di virus e batteri.

Sono proprio questi i fattori principali che scatenano l’insorgere della malattia di Crohn dato che la mancanza di questi elementi provoca l’infiammazione dell’intestino. Si può comunque prevenire il morbo sin da piccoli inserendo nella dieta dei bambini, se possibile tutti i giorni, lo yogurt, ricco di batteri vivi che proteggono la flora intestinale, e i cereali, soprattutto a colazione.

La malattia vera e propria però subentra solo quando l’indebolimento dell’intestino dura per qualche tempo. Anche cure lunghe a base di antibiotici possono essere dannose e così è bene alimentarsi spesso con fibre, contenute nella verdura e nella frutta, ma anche lo stress andrebbe ridotto.

Gli strumenti che permettono di capire se si ha il morbo sono l’esame del sangue e l’ecografia dell’addome per analizzare le anse intestinali proprio perché la malattia causa ispessimento di parti dell’intestino.

La terapia prevede l’assunzione di farmaci come il cortisone,immunomodulatori e ciclosporina, che però non a tutti permettono di risolvere il problema. Inoltre dopo avere preso per qualche tempo questi medicinali è bene sospenderli perché possono determinare effetti collaterali gravi.

Ultimamente è stato scoperto un nuovo farmaco, Infliximab, utile per chi ha problemi con le medicine tradizionali: può essere somministrato anche ai bambini e nel 60% dei casi la mucosa guarisce.

Link a siti web sull’argomento delle forme dispeptiche e dei piccoli disturbi all’intestino

Duphalac

www.duphalac.it
Sito dedicato alla stitichezza contenente consigli, spiegazioni e indicazioni di dieta per questo tipo di problematica

Aigo – Associazione Italiana Gastroenterologi e Endoscpisti Ospedalieri
www.aigo.org
Il sito dell’Associazione Italiana Gastroenterologi e Endoscpisti Ospedalieri dove oltre agli appuntamenti degli specialisti per incontri e congressi si trovano anche notizie su sintomi e cure delle malattie di origine intestinale

Dica 33
www.dica33.it
Sito che si occupa di medicina trattando i sintomi delle varie malattie, le terapie e le cure più adeguate ma non dimentica anche di dare notizie sugli ultimi sviluppi della ricerca,

 

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RedazioneRedazione12 Gennaio 2010

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