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 Biorivitalizzazione viso: di che cosa si tratta e a che cosa serve 

La biorivitalizzazione viso viene indicata anche con il termine “biolifting” e corrisponde a una cura estetica che deve essere svolta solo ed esclusivamente da personale medico dotato di un alto livello di esperienza. Il suo scopo principale è quello di donare nuovamente una certa elasticità alla pelle del volto.

Per quanto riguarda la modalità con cui avviene il trattamento, questo si svolge con iniezioni, quindi vengono inserite nel derma delle sostanze capaci di stimolare la sintesi del collagene e adatte ad aumentare i livelli di idratazione. Proprio tale effetto permetterà di avere una cute più giovane, distesa, levigata. Le rughe saranno quindi spianate e la persona si sentirà come ringiovanita, proprio perché il suo viso sembrerà avere un numero inferiore di anni. Il biolifting può essere utilizzato anche per ridurre le occhiaie eccessivamente visibili.

La sostanza che viene utilizzata in genere è l’acido ialuronico, ma possono essere sfruttati anche sali minerali o vitamine. Tra queste, la A, la B3, la B5, B6 o anche la C ed E. Si può quindi affermare che le azioni della cura in questione siano soprattutto tre: una è quella di ristrutturare il tessuto cutaneo, proprio perché si mira a far produrre a quest’ultimo il collagene. Un’altra è quella relativa a richiamare acqua nelle cellule cutanee e l’altra riguarda l’effetto anti-ossidante, in quanto vengono ostacolati i radicali liberi. Sul sito Tuame.it è possibile trovare tanti contenuti di informazione medica scritti da professionisti del settore sia sul tema in questione, sia su altri argomenti della medicina estetica.

Come avviene

Lo svolgimento della cura estetica in oggetto avviene in ambulatorio e prima si eseguono sul paziente la pulizia viso e lo scrub, il peeling. Subito dopo si usano siringhe dagli aghi molto sottoli per inserire nella pelle le sostanze precedentemente indicate. È possibile tuttavia usare anche una cannula. Oltre a questo, il paziente potrebbe sentire un lieve fastidio dopo aver effettuato il biolifting, ma in genere non vi è nemmeno un minimo di dolore. Certamente, le sensazioni sono soggettive e potrebbero essere diverse da un soggetto all’altro. Una conseguenza più comune è quella di vedere delle zone arrossate del viso o eventualmente alcuni edemi di estensione ridotta, che in ogni caso tendono a scomparire dopo poco tempo, nell’arco di qualche giorno.

La biorivitalizzazione tra l’altro può anche avvenire senza l’utilizzo di aghi, in quanto alcuni medici preferiscono sfruttare degli strumenti elettromedicali. Questi per esempio possono svolgere microdermoabrasione, utile per far entrare nella pelle l’ossigeno ad alta concentrazione, una delle sostanze usate oggi sempre per il biolifting. Un altro modo con cui può essere svolta la cura estetica in questione è quella indicata con la sigla “PRP”, ovvero con il plasma ricco di piastrine, pratica oggi utilizzata soprattutto sul continente americano. La caratteristica di questa tipologia di biorivitalizzazione è che si inserisce nella pelle il PRP, al fine di rendere il volto più giovane e cercare di rendere più rapidi i processi di generazione cellulare.

Esiste poi anche il processo effettuato con fili biostimolanti, ovvero con PDO, sigla che indica il Polidoxanone, che si inserisce nella cute con aghi molto particolari, perché si tratta di una specie di fili che possono essere riassorbiti dalla pelle. Questi ultimi inoltre possono essere molto utili per sostenere il tessuto cutaneo. Come si è visto, esistono diversi modi con cui svolgere il trattamento in oggetto, che è sempre più richiesto.

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