L’allattamento del bambino è sicuramente molto frequente sia di giorno che di notte ma, ogni volta, è bene che la mamma adotti qualche piccolo accorgimento per gestire queste delicate fasi di nutrizione che accompagnano i primi mesi di vita del piccolo. L’allattamento è un modo che il bambino ha per nutrirsi ma anche un mezzo per cercare serenità e rassicurazione da parte della mamma. Spesso queste esigente dei bambini non si limitano solo alle ore diune ma si fanno sentire anche di notte. E’ normale che il bambino voglia essere allattato anche nelle ora piu’ piccole? In linea di massima sì. E’ sufficiente pensare, in effetti, che il bambino – quando era nella pancia della mamma – veniva alimentato ventiquattro ore su ventiquattro e, quindi, in un certo senso era abituato ad essere nutrito sempre. Per questo è naturale che, anche dopo la nascita, senta il bisogno di essere alimentato allo stesso modo.
I bambini, inoltre, non distinguono la differenza tra il giorno e la notte; di conseguenza, un’ora vale l’altra per ricevere la poppata. Naturalmente per i genitori diventa stancante e stressante svegliarsi spesso durante la notte ma – al di là della stanchezza- il fatto che il bambino si svegli spesso per mangiare è sintomatico della sua ottima salute. Le poppate notturne sono, inoltre, utili per un ottimo avvio dell’allattamento: nelle ore piccole, infatti, i livelli di prolattina sono piu’ alti che durante il resto della giornata. Quando ci sono difficoltà nell’allattamento, ad esempio se la crescita del bebè non è soddisfacente e la madre vorrebbe aumentare la produzione di latte, i medici suggeriscono proprio di aumentare il numero di poppate notturne. Anche nel caso in cui la mamma stia cercando di eliminare l’aggiunta di poppate, le poppate notturne possono fare la differenza nella crescita del piccolo.
I tempi delle poppate notturne
Ma fino a che età il bambino ha bisogno delle poppate notturne? Nei primi sei mesi di vita, l’allattamento deve essere sclusivo a richiesta: al piccolo non servono altri cibi o liquidi, perché al seno trova la risposta a tutti i suoi bisogni. Quando è piu’ grandicello, può capitare che si svegli per il fastidio dovuto alla crescita dei primi dentini, per un po’ di raffreddore o perché ha bisogno di accertarsi della presenza della mamma. A partire dall’ottavo mese di età, infatti, è possibile che nel piccolo si manifesti questa eventualità anche perché ha inizio la fase della cosiddetta ansia da separazione, durante la quale il bambino sviluppa la consapevolezza di non essere una sola cosa con la mamma e ogni volta che lei si allontana teme di perderla. Qualunque sia il motivo per cui il bimbo si sveglia durante la notte, è sufficiente che il bimbo faccia una poppata di pochi minuti per poi tornare tranquillamente a dormire. In realtà, anche la mamma dopo la poppata si addormenta velocemente perché durante l’allattamento entrano in circolo specifici ormoni che hanno un effetto rilassante e favoriscono il sonno.
Molti studi, inoltre, hanno dimostrato che la mamma che dorme vicino al suo bambino è piu’ rilassata e difficilmente subisce disturbi del sonno. Sistemare il bebè per i primi mesi in camera con i genitori, nella culla o nel side- bed, cioè nel lettino pensato per stare affianco al lettone, è raccomandato anche da molte importanti associazioni pediatriche per ridurre il rischio della sindrome da morte improvvisa del lattante. Dormendo accanto al piccolo, la mamma può capire subito quando sta per svegliarsi e prepararsi ad allattarlo quando è ancora in dormiveglia. In questo modo, il bimbo si riaddormenta subito perché non ha avuto la necessità di dover piangere a lungo per richiamare l’attenzione dei genitori. Naturalmente vale lo stesso per la mamma che non avrà bisogno di molto tempo prima di riprendere sonno.
Quando i risvegli del bambino durante la notte sono frequenti, può capitare che i genitori prendano in considerazione l’idea di offrire al piccolo un biberon di latte artificiale prima di metterlo a nanna. In questo modo, la mamma spera che il sonno del piccolo duri piu’ a lungo senza subire disturbi. Tuttavia, agendo in questo modo si altera l’intero meccanismo dell’allattamento e non vale piu’ la regola per cui il bambino piu’ succhia, piu’ produce nuovo latte. Con il biberon a latte artificiale, infatti, si corre il rischio che la produzione di latte subisca un forte rallentamento e che – di conseguenza – la mamma non sia piu’ in grado di allattare il piccolo. Per questo motivo, nelle prime quattro/sei settimane di vita del bambino, molti medici consigliano di utilizzare un ciuccio che soddisfa il desiderio di suzione nel bebè e, in qualche modo, fa in modo che il bambino assuma meno latte nel corso della giornata. Il neonato, tuttavia, non si sveglia solo per poppare. Alla base dei risvegli notturni, infatti, ci possono essere stimoli e fastidi differenti: il neonato può aver fame o sete ma può essere anche impaurito dal troppo silenzio a cui non è abituato dal momento che nel pancione ha ascoltato rumori di continuo.