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Esami clinici in gravidanza

Esami clinici in gravidanza

La donna in gravidanza ha esigenze alimentari e di tutela della salute differenti dal normale. Ma quali esami sono necessari in questo periodo, quando farli, quali rischi comportanto? E ancora, cosa mangiare? Dare credito alle tante voci che suggeriscono o sconsigliano determinati cibi? Scopriamolo assieme.

Primo trimestre di gravidanza: esami clinici da fare

Le settimane di gestazione si contano dalla data dell’ultimo ciclo mestruale. Ed è proprio un ritardo del ciclo, che induce la donna a fare il test di gravidanza. Al momento dell’effettuazione del test si è circa di 4-5 settimane.

Due settimane più tardi inizia a formarsi la placenta e il seno si trasforma, presentando l’areola dei capezzoli scura. Intorno alla 6° settimana, il feto è lungo circa 6 millimetri, all’incirca come un fagiolino. Iniziano a formarsi piano piano tutti gli organi ma soprattutto il cordone ombelicale, molto importante per “dialogare” con la mamma.

Nella 7° settimana, si forma il tappo mucoso, che ha il compito di proteggere il feto da eventuali batteri. All’8° settimana il suo cuoricino batte forte e la testa è molto grossa rispetto al resto del corpo.

Quattordici giorni dopo, il feto raggiunge circa i 5 cm di lunghezza e pesa in media 5 grammi. Alla fine dell’11° settimana, termina il primo trimestre e la placenta inizia a fare il suo lavoro. I sintomi, soprattutto durante le prime settimane, sono tanti, il più “gettonato” è la nausea. Per prevenire questo disturbo si possono fare tanti piccoli spuntini (crakers e pezzetti di mela).

Esami

La prima visita dal ginecologo si fissa intorno all’8° settimana. Tramite l’ecografia si potrà vedere un “fagiolino” lungo pochi millimetri e il suo sacco vitellino, ma soprattutto si potrà ascoltare il suo battito cardiaco. Una volta appurato che il feto sta crescendo regolarmente, il ginecologo prescriverà i primi esami da effettuare. Esami delle urine ed esami del sangue, anche per vedere se si è immuni alla toxoplasmosi, alla rosolia e al citomegalovirus.

Per quanto riguarda la profilassi della toxoplasmosi, se non si è immuni, occorre evitare di mangiare carni crude e affettati, oltre a stare lontano dalla lettiera dei gatti e dai lavori di giardinaggio e lavare molto bene frutta e verdura. Se invece non si è immuni alla rosolia, è necessario per i primi mesi di gravidanza, evitare contatti con persone che non abbiano fatto il vaccino.

Per il citomegalovirus, bisogna curare bene l’igiene personale. Meglio utilizzare guanti usa e getta per pulire i bambini ed evitare il contatto con la saliva dei bambini. Il ginecologo vi farà presente anche il rischio legato alla vostra età, di avere un bimbo affetto dalla sindrome di down.

Per questo vi informerà che, in età precoce di gestazione, intorno alla 10° settimana, è possibile, sottoporsi alla villocentesi, esame invasivo di cui parleremo in modo più accurato più avanti, oppure l’amniocentesi, che si effettua intorno alla 16° settimana.

Alla fine del 1° trimestre, si effettua la prima ecografia: la translucenza nucale in abbinamento al tritest. Si tratta di un esame non invasivo che permette di stabilire, è bene sottolinearlo, statisticamente, il rischio di aver concepito un bimbo affetto dalla sindrome di down.

Con la translucenza nucale si misura lo spessore tra la cute e il tessuto dietro la nuca. Il risultato “ideale” è sotto i 2 millimetri, anche se il rischio concreto, si ha se il plico nucale supera i 5 millimetri. Il tritest, è un semplice esame del sangue che permette di prelevare tre ormoni, che se alterati, presenteranno delle anomalie cromosomiche. Un risultato anche questo statistico. Per la certezza, si dovrà ricorrere in questo periodo alla villocentesi.

Secondo trimestre di gravidanza:  esami clinici da fare

Il secondo trimestre comincia alla 13° settimana. La pancia inizia a lievitare e il liquido amniotico si rinnova spesso durante l’intera giornata. A partire dalla 14° settimana il peso della mamma aumenterà costantemente di circa 1-2 kg al mese. Il piccolino ora è tutto formato ed è in grado di succhiare il pollice.

Dalla 16° settimana la mamma può percepire degli “sfarfalii”: è il feto che si muove. Intanto, il corpo ha bisogno di bere molto. Il feto raggiunge una lunghezza di circa 15-20 cm e pesa tra i 100 e i 200 grammi. La pancia ora si vede! Intorno alla 18° settimana iniziano a crescergli i capelli, mentre si potrà notare sul pancione la cosiddetta “linea alba”, una linea scura che rimane in verticale dall’ombelico al pube. In questo periodo le gestanti possono soffrire di stitichezza.

Per questo è necessario bere a volontà e consumare frutta e verdura. Giunti alla 20° settimana, si è a metà percorso. Il pancione cresce, e sono consigliati corsi di nuoto specifici per le gestanti e lunghe passeggiate. Per quanto riguarda il bimbo, oltre a farsi sentire coi calci, si può scoprire il sesso.

Giunti alla 22° settimana, l’appetito dovrebbe aumentare e il bimbo sentirà il gusto dei cibi. Intorno alla 25° settimana, quasi al termine del 2° trimestre, l’utero è molto grande e può provocare anche mal di schiena. Il bimbo cresce sempre di più e il pancione ora non si può più nascondere!

Esami

Oltre agli esami del sangue per il controllo dei diversi valori, si effettua l’ecografia più attesa e più importante di tutti i 9 mesi: la morfologica. Si esegue intorno alla 20° settimana, in quanto gli organi del feto sono abbastanza sviluppati e si possono valutare. Si tratta di un’esame ecografico in grado di diagnosticare per tempo, eventuali malformazioni.

E’ bene sapere però, che alcune malformazioni, possono sorgere anche dopo tale periodo, addirittura alcune si possono vedere solo dopo la nascita. Diciamo comunque, che i problemi più gravi si individuano in questo periodo. Quindi, si controlla la testa, il cervello, la scatola cranica e prende le misure.

Poi si esaminano le orbite, la bocca, il viso, il cuore, i due atri e i due ventricoli , gli apparati , l’aorta e l’arteria polmonare, lo stomaco, i reni, la colonna vertebrale, la vescica. Si contano le ossa e si misura il femore. Si prende visione delle manine e dei piedini, viene misurato il liquido amniotico e la placenta. Si può anche conoscere il peso del bimbo, intorno ai 400 grammi circa.

Terzo trimestre di gravidanza: esami clinici

Comincia alla 27° settimana, quando il pancione diventa sempre più enorme. Il bambino si muove sempre di più, cresce in maniera regolare, e risponde ad ogni carezza coi calci. Attenzione ai crampi, al mal di schiena.

Intorno alla 28° settimana, il bimbo è in grado di sentire molto bene e di distinguere i diversi suoni. Il pancione cresce sempre di più, e mancano poche settimane all’evento!
Arrivati alla 30° settimana il bimbo arriva a misurare circa 40 cm e a pesare in media 1,5 kg. La gestante, deve bere sempre molto e preferire brodi e zuppe. Due settimane dopo, il bimbo aumenta di 5 cm e pesa in media 2 kg. Alla 34° settimana il pesa della mamma è notevole e l’utero, va contro il diaframma. Si sviluppano in modo completo i polmoni del piccolo e il suo corpo inizia a ricoprirsi di una sostanza caseosa, utile per il mantenimento della sua pelle, altrimenti “rovinata” dal liquido.

Alla 36° settimana comincia l’ultimo mese di gravidanza. Pancione enorme, stanchezza, mal di schiena sono i sintomi ricorrenti. Il bimbo dal canto suo è pronto per vedere la luce. Alla 38° settimana, non ha molto spazio per muoversi e rimane a testa in giù in attesa di nascere. Intorno alla 40° settimana, la futura mamma perderà il tappo mucoso oppure si romperanno le acque. E’ arrivato il momento! Gli ultimi esami in ospedale e il piccolo nascerà!

Esami

Anche questo trimestre, viene rappresentato dai soliti esami del sangue, e dalla terza ecografia. Viene fatta una rapida carrellata degli organi del bimbo, si controlla il liquido amniotico, la placenta e si azzarda il peso che avrà alla nascita. Solitamente, questa ecografia viene effettuata intorno alla 32° settimana e il bimbo a quest’epoca pesa circa 1,8 kg, e d’ora in poi, crescerà di 200 grammi a settimana.

Le ultime due settimane si ripeteranno ancora gli esami del sangue, delle urine, si farà il tampone, l’elettrocardiogramma e tutto ciò che è necessario per arrivare preparate fisicamente al lieto evento. Gli ultimi giorni prima della scadenza, si faranno diversi monitoraggi, in grado di controllare le contrazioni e di tenere tutto sotto controllo.

Esami clinici invasivi in gravidanza

Oggi, si diventa mamme non più giovanissime e con l’aumentare dell’età della donna, aumenta il rischio di concepire un bimbo affetto dalla sindrome di down. Per questo, dopo il 35° anno di età vengono proposte dal ginecologo, degli esami che, seppur invasivi, danno la certezza assoluta di generare o meno, un figlio sano. Ma anche le donne al di sotto dei 35 anni, non dovrebbero sottovalutare questo rischio.

Villocentesi

Si effettua intorno all’11° settimana. Si esegue prelevando, tramite un ago sottilissimo, pochissimi milligrammi di tessuto di cui è formata la placenta ( i cosiddetti villi corali). In quest’epoca gestazionale, la placenta si sta ancora formando, e il prelievo serve per effettuare la mappa dei cromosomi. Nel giro di tre settimane, arrivano i risultati, se che dovessero essere alterati, la futura mamma, può decidere se interrompere la gravidanza, comunque sia, in un periodo ancora precoce.

Amniocentesi

Si effettua intorno alla 16° settimana. Si esegue infilando un ago sottilissimo nell’addome e prelevando una piccola quantità di liquido amniotico, il liquido cioè dove il feto “abita” per tutti i 9 mesi. E’ un test di diagnosi non doloroso e molto semplice da eseguire. Anche in questo caso, i risultati arrivano dopo circa 3 settimane. La mamma che a seconda dell’esito, vorrà interrompere la gravidanza, dovrà farlo prima della 20° settimana.

Rischi degli esami clinici invasivi

Entrambi i test si eseguono con molta attenzione e sotto controllo ecografico, per vedere i movimenti del feto. Il ginecologo infatti, infilerà l’ago dentro il pancione e dovrà fare attenzione a non “colpire” il feto. Sia la villocentesi che l’amniocentesi durano circa un paio di minuti, ma questi pochi secondi possono portare al rischio di aborto spontaneo. Per quanto riguarda la villocentesi, la percentuale di interruzione a seguito dell’esecuzione della diagnosi è pari all’1% circa, mentre per l’amniocentesi, il rischio è dello 0,5% circa. Se si decide di effettuare uno di questi esami, occorre stare a riposo qualche giorno prima dell’esame, ma anche e soprattutto qualche giorno dopo.

Alimentazione in gravidanza

E’ molto importante mantenere un’alimentazione corretta e completa, per la crescita del piccolo, ma anche per la salute della mamma. Il ginecologo può perfino mettere a dieta la mamma, se l’ago della bilancia è sproporzionato. Un eccessivo aumento di peso, porterà la mamma, ad esempio, a stancarsi più facilmente, mentre chi si “controlla” arriverà al momento del parto in “perfetta” forma, per quanto perfetta possa essere la forma fisica di una gestante.

Altri “inconvenienti sono il diabete gestazionale, l’aumento della pressione, ma anche la comparsa di edemi e varici, oltre a brutte smagliature. Altri rischi sono legati alle infezioni alle vie urinarie. Da non sottovalure neppure il rischio di obesità nel bambino, oltre ad un parto prematuro.

I consigli per alimentarsi bene durante i 9 mesi di gravidanza, sono quelle di non saltare assolutamente i pasti principali, compresi gli spuntini. I cibi da evitare sono quelli confezionati, pieni di conservanti, biscotti, dolci in genere, bevande a base di caffeina, cibi grassi e fritti, sale, spezie. Via libera a frutta e verdura, che contengono vitamine, fibre e minerali.

Consumare almeno 2 volte alla settimana il pesce e al carne. In questo modo si apporteranno proteine, minerali e vitamine. Importanti nella dieta, ma senza esagerare, sono il riso, la pasta, il pane, le patate e i cereali. Oltre a fibre, vitamine e proteine contengono carboidrati. Calcio, proteine e vitamine le troverete consumando “a modo” il latte e i suoi derivati. Infine, occorre bere molto, almeno 2 litri di acqua. Per prevenire la listerosi, eliminare i formaggi molli, e per scongiurare la salmonellosi, se consumate l’uovo, ricordatevi che deve essere cotto molto bene.

Ben cotta deve essere anche la carne. Inutile dire che occorre dimenticarsi delle sigarette, per non compromettere la salute per feto. Il ginecologo poi prescriverà un apporto di vitamine sotto forma di compresse, e a partire dal 2° trimestre anche una pastiglia di acido folico, per prevenire la spina bifida.

Approfondire l’alimentazione corretta e gli esami clinici durante la gravidanza

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RedazioneRedazione1 Gennaio 1970

One Comment

  • MissPurple ha detto:

    Una precisazione utile secondo me: l’acido folico non va assunto a partire dal secondo trimestre come indicato in questo articolo ma possibilmente addirittura da tre mesi prima il concepimento (se”mirato” ovviamente) o appena possibile (test gravidanza positivo). Il tubo neurale infatti nel secondo trimestre si chiude e il gioco ormai è fatto.

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